In intramoenia pagando il ticket, in Lombardia chance in caso di lunghe attese
Il provvedimento fa riferimento al D.Lvo 124 articolo 3 comma 10 del 1998
venerdì 03 febbraio 2017

Da ieri gli ospedali lombardi devono affiggere cartelli nelle sale d'ingresso per comunicare agli utenti loro diritti sui tempi di attesa per le visite mediche e gli esami diagnostici. Se ad esempio a Milano nel territorio della ex Asl (oggi Agenzia di Tutela Sanitaria-Ast) nessun ospedale dovesse garantire la prestazione nel tempo di attesa stabilito, la stessa prestazione potrà essere richiesta - non fuori Milano, ma sempre a una struttura pubblica cittadina - in regime di libera professione con il solo pagamento del ticket. Si tratta di un passo in avanti sia rispetto alla normativa nazionale sia rispetto al precedente iter in Lombardia.
E, come per tutti i passi avanti, realizzarlo a regime prenderà un po' di tempo. La legge di riferimento peraltro è nazionale: afferma dal 1998 (decreto legislativo 124 articolo 3 comma 10) che le strutture pubbliche devono comunicare agli assistiti i tempi entro i quali una prestazione può essere erogata. Tac, Rmn, ecografie e prime visite dallo specialista soggiacciono a limiti temporali per essere erogate: le urgenti entro 72 ore, le "brevi" 10 giorni, le "differibili" 30 giorni per una visita e 60 per un esame, le programmate hanno 180 giorni di tempo. Se -poniamo-per una visita programmata la risposta è ad un anno, l'assistito può ottenere la prestazione in regime libero professionale a carico del Servizio sanitario, pagando il solo ticket. Il problema è trovare un Ufficio relazioni con il pubblico pronto a prendere in carico la legittima richiesta. La Regione Lombardia, non la sola, ha da tempo il numero verde 800.638.638 rivolgendosi al quale è possibile conoscere le strutture che erogano la prestazione richiesta nel tempo più contenuto sia a livello regionale sia a livello di Ats.
L'obiettivo dell'Assessorato alla Salute diretto da Giulio Gallera è adesso mettere a disposizione dei direttori generali di ospedale (o Azienda servizi sociosanitari territoriali Asst come si chiama dopo la riforma del 2015) un programma aggiornato per la ricerca del luogo dove eseguire la prestazione, così che lo possa utilizzare lo sportellista o l'ufficio relazioni con il pubblico indicando in tempo reale all'utente con impegnativa alternative rapide, e prenotando se c'è il consenso. Un breve giro di telefonate ci fa capire che, a differenti velocità, le Asst milanesi si stanno preparando all'appuntamento; ai cartelli esposti al pubblico di ieri seguirà presto la possibilità di prenotare esami con attese minori. Che tuttavia è già realtà in alcune strutture.
Agli ospedali San Paolo e Carlo ad esempio le segnalazioni di tempi d'attesa troppo alti da parte di utenti sono prese in carico dall'Urp che in genere fornisce le informazioni su come leggere le "file" nelle altre strutture e in singoli casi ha provveduto alla prenotazione da un ospedale all'altro dei due o in altre strutture milanesi. Nella stragrande maggioranza delle Asst, in linea con le esigenze di trasparenza, i tempi sono pubblici. Nel caso del sito www.ao-sanpaolo.it ad esempio cliccando alla voce Amministrazione Trasparente, poi a quella Servizi Erogati si accede alle liste d'attesa espresse in giorni per tutte le prime visite e per tutti gli esami per i quali il Piano di governo delle liste d'attesa prevede espressamente tempi da non superare; per ogni voce si leggono le attese rilevate ogni mese. L'attuale facilitazione sarà superata con l'adozione del nuovo programma informatizzato a misura di anziano o "non nativo digitale", che si affianca al numero verde e che trasformerà gli sportelli delle strutture lombarde da accettazioni "passive" ad accettazioni "d'iniziativa".