Obbligo certificati sportivi, in vista esenzione per i bambini.

Su attività non agonistica ancora zona grigia - Da 0 a 6 anni prevale il carattere ludico.

giovedì 22 ottobre 2015

Doctor 33
Al Ministero della Salute confermano: si sta considerando una disposizione per togliere l'obbligo di produrre i certificati medici sportivi sui bambini tra 0 e 6 anni che si iscrivano in palestra. Proprio come l'agosto scorso chiedevano il sindacato dei pediatri Fimp, la Società Italiana di Pediatria Sip e l'Associazione culturale pediatri. I bambini fino a sei anni non dovrebbero presentare alcun certificato medico e, tantomeno, l'elettrocardiogramma, neppure nelle palestre appartenenti a società tesserate Coni. Certo, si farebbe eccezione per i casi di bambini con specifici problemi sanitari, ma solo per loro. Attualmente il Decreto del Fare esenta tutti gli italiani dal certificato se svolgono attività ludico motorie o ma sull'attività non agonistica c'è di fatto una zona grigia e le palestre continuano quasi tutte a chiedere certificato ed elettrocardiogramma ad ogni età.

«Stiamo lavorando per ottenere la rivalutazione dell'attuale normativa in una fascia d'età per la quale l'attività sportiva ha significato prevalentemente ludico e mai agonistico», conferma il presidente della Società Italiana di Pediatria Giovanni Corsello. Che osserva come l'argomento sia dibattuto da istituzioni e categoria al tavolo sulla rete assistenziale pediatrica del Ministero della Salute. «Con le regole vigenti l'attività sportiva è eccessivamente burocratizzata, spostata fuori dal "governo" del pediatra e dotata di una connotazione "cardiologica" che può scoraggiarla. Pensare a una certificazione esterna all'attività pediatrica previo elettrocardiogramma, privo di capacità predittive in queste classi d'età, rischia di essere penalizzante per famiglie e bambini».

I cardiologi della Fondazione Cuore e Circolazione sostengono che a 15-16 anni tutti gli italiani dovrebbero avere un proprio Ecg da portare alle palestre e alle società sportive, e lo screening costerebbe pochi milioni al Servizio sanitario. «Una cosa non esclude l'altra. Noi ci siamo indirizzati a tutelare una fascia d'età particolare per cui l'Ecg non è predittivo, ma è legittimo che in età adolescenziale, in ottica generalizzata, si propongano a chi svolge una attività fisica strutturata uno screening elettrocardiografico ed una valutazione cardiologica». Corsello conta che dal 2016 le palestre non rifiutino più bambini sprovvisti di certificato, applicando il Decreto del Fare. «La richiesta di cambiare le cose viene sia dalla pediatria territoriale sia da quella ospedaliera. Noi ci aspettiamo la circolare entro l'anno».