Università "Direttori, criteri sbagliati" il Tar cambia a Medicina
Sabba' prevale su Dell'Erba: accolto il ricorso Non vale l'anzianità da ordinario ma quella più generale da professore
sabato 13 febbraio 2016

GABRIELLA DE MATTEIS La sentenza è destinata a costituire un precedente e a rivoluzionare i criteri di accesso ai dipartimenti che nelle università italiane hanno, di fatto, sostituito le facoltà. Il Tar di Bari ha infatti bocciato la nomina del direttore del dipartimento Interdisciplinare di medicina, n decreto con il quale il rettore Antonio Uricchio aveva scelto Alessandro Dell'Erba è stato annullato sulla base di una considerazione: a parità di voti tra due candidati deve prevalere l'anzianità di servizio nel ruolo più generale di professore e non quella nell'incarico di ordinario.
Come dire: ora alla carica di responsabile dei dipartimenti potranno concorrere anche gli associati. La sentenza è stata pronunciata dalla prima sezione del Tar che ha accolto il ricorso di Carlo Sabba. Il docente (rappresentato dall'avvocato Luigi Paccione) nella votazione per la nomina a capo del dipartimento per il triennio 2015/2018 aveva avuto lo stesso numero di voti del collega Alessandro Dell'Erba (foto) che alla fine però ha prevalso perchè più anziano nel ruolo di docente ordinario. O almeno è questo è quello che ha deciso il rettore.
Scrivono i giudici: «Nella sostanza della scelta rettorile non sembra potersi ravvisare alcuna ragione sostanziale in forza della quale l'anzianità maggiore nel ruolo di professore ordinario possa implicare una preferibilità del candidato al fine dell'esercizio delle funzioni di servizio collegare al ruolo di direttore di dipartimento». Per il Tar, invece, è vero il contrario e cioè è «evidente come la maggiore anzianità nel ruolo da professore tout court possa implicare maggiore familiarità con un più vasto numero di problematiche amministrative collegate alla maggior esperienza acquisita, per così dire, sul campo».
I giudici della prima sezione, presieduta da Angelo Scafuri, bacchettano il rettore: «Ciò che davvero non convince è artificiosità di una distinzione ( tra professori ordinari e professori tout court) ai fini di preferenziale accesso a cariche amministrative elettive, essendo davvero poco chiaro quale possa essere il quid pluris dato dalla maggiore anzianità da professore ordinario nell'espletamento di funzioni che nulla hanno a che fare con le ordinarie problematiche delle funzioni di didattica e ricerca, di per sé, cogestiste da tutti i professori del corpo universitario». L'ateneo è stato condannato anche al pagamento delle spese legali.