Spesa per malattie lavoratori fuori controllo nel pubblico, urge polo unico

FIMMG-INPS Nel 2014, i certificati di malattia sono diminuiti nel privato ma cresciuti nella PA

venerdì 30 ottobre 2015

Doctor33

Ci si ammala di più negli enti pubblici ma lo stato potrebbe risparmiare 1 miliardo e mezzo di euro l'anno -un decimale di punto di Pil - se istituisse il Polo unico della medicina fiscale, uniformando i controlli sui lavoratori in malattia e riconducendo i comportamenti del comparto pubblico a quelli del privato.
Ne sono convinti i medici di controllo Inps della Fimmg che commentano per DoctorNews i dati diffusi da Inps sulle assenze 2014, anno in cui i certificati di malattia sono diminuiti nel privato ma cresciuti nella Pa. Nel privato si è ammalato il 40% dei circa 10 milioni di lavoratori: si registrano 4 milioni di malati e 8,4 milioni di casi di malattia, ma i certificati sono scesi di 450 mila unità, da 11,86 milioni a 11,41. Nel pubblico invece i certificati sono aumentati di 410 mila unità, da 5,47 a 5,98 milioni: si sono ammalati 1,7 milioni su circa 3 milioni di lavoratori, per un totale di 4,8 milioni (più casi che dipendenti).

Altro dato chiave: nel pubblico la spesa per le visite appare fuori controllo. L'aumento delle malattie brevi, da 1 a 3 costringerà l'Amministrazione a disporre un maggior numero di visite fiscali. Ai sensi della norma vigente bisognerebbe inviare tra l'altro il medico Asl fin dal primo giorno per assenze del lunedì o del venerdì. «Senza correttivi, la spesa è destinata a crescere. Solo considerando i circa 2,3 milioni di eventi di tutte le durate che iniziano venerdì, sabato, domenica e lunedì, al costo medio di 42 euro a visita secondo le tariffe delle Asl, per ottemperare alla Legge sulla carta sarebbero stati necessari 95 milioni di euro per eseguire i controlli nel solo settore pubblico cui vanno aggiunte le spese amministrative e i rimborsi chilometrici», spiega Silvio Trabalza, vicesegretario nazionale vicario del Settore Inps Fimmg. «In questo modo si sarebbero superati abbondantemente i 100 milioni di costo solo per i controlli pubblici. Ed infatti, da una nostra indagine, è emerso che Le Asl in passato salvo qualche eccezione, non hanno effettuato che un 40 % delle visite richieste dalla Pa». C'è da dire che 150 milioni citati sono oltre il doppio dei 70 milioni che Inps vorrebbe farsi bastare per mandare a regime i controlli del Polo Unico.

Ma Alfredo Petrone segretario nazionale del Settore Inps Fimmg invita a riflettere: «Con l'attuazione del polo unico si potranno ottenere una razionalizzazione della spesa (nel complesso inferiore ai 150 milioni che Pa ed Inps spendevano in passato), più efficacia nella lotta agli abusi, all' assenteismo ed alla truffe, il tutto con rigore metodologico, con una regia univoca, immediatezza di risposta e di output, oltre che la certezza di esecuzione dei controlli. Per rendere attuabile tutto ciò è necessario che il decreto legislativo attuativo in via di definizione preveda una convenzione che contempli un rapporto di lavoro orario tendente al tempo pieno in grado di garantire con le stesse risorse umane attuali il necessario numero di visite di controllo previste dalla riforma».