Allarme rosso di Anelli e Mazzarella "Nuove strutture senza camici bianchi"

Filippo Anelli e Antonio Mazzarella

venerdì 02 settembre 2022

Quotidiano di Puglia

Col Pnrr si è pensato alle strutture senza badare al personale" Assist ai privati "Sono più di dieci anni che denunciamo la carenza del personale. A Bari e in tutta la Puglia la situazione è drammatica e con il Covid si è registrato un peggioramento rispetto alle previsioni". A parlare è Filippo Anelli, presidente della Fnomceo (Federazione nazionale dell'ordine dei medici) e dell'Ordine dei medici di Bari. "Il Covid – spiega Anelli -ha creato un maggiore livello di disagio tra il personale negli ospedali. E' aumentato il cosiddetto burnout di circa il 20 -25 per cento. Molti medici sono andati via, o in prepensionamento chi poteva oppure hanno optato per cooperative e per il privato". Questo ha portato a svuotare pian piano gli ospedali e a creare, in alcuni casi, anche situazioni di emergenza. "In Puglia si registra una carenza tra i mille e i 2mila medici – continua Anelli – per anni tra pensionamenti e blocco del turn over il sistema è rimasto fermo. Ma una prima risposta è stata data in Italia, con le 30mila borse per le specializzazioni. Tra cinque anni avremo 30mila medici. Quindi il processo per il ripristino della normalità è stato portato avanti".

Ma l'attuale situazione non è sicuramente tra le migliori. In Puglia i posti letto per le riabilitazioni ad esempio sono sotto la media nazionale. "Abbiamo bisogno di aumentare i posti letto perché quando arriverà il personale non avremo lavoro da offrire se la situazione non cambierà – continua Anelli – Al momento noi ci troviamo ad avere sia poco personale sia pochi posti letto al di sotto della media nazionale". E le attuali conseguenze sono legate alle lunghe liste di attesa. "C'è stata una riduzione preoccupante delle prestazioni sanitarie – continua Anelli – tra il 2020 e il 2021 fino al 40 per cento in meno per i tumori del colon e della mammella. Abbiamo vissuto un momento difficile ma adesso bisogna reagire e con fatti concreti". A cominciare da un maggiore stanziamento di risorse da parte del Governo anche per migliorare la qualità della vita a medici e infermieri. "Nel 2027 e nel 2028 avremo medici disoccupati, perché ci saranno medici ma non i posti di lavoro – aggiunge ancora Anelli – per questo dal Governo deve partire uno stanziamento importante di risorse, per aumentare i posti letto lì dove è necessario. E creare anche migliori condizioni di vita, altrimenti chi si forma in Italia poi andrà via all'estero e noi ci troveremo comunque con un problema di personale". E per il numero chiuso a Medicina? Per Anelli bisogna lasciarlo. "Serve sempre – conclude il presidente dell'Ordine dei medici di Bari – ripeto noi presto non avremo problemi di medici perché abbiamo risolto con le nuove borse di specializzazione. L'ottimale sarebbe garantire ai medici un posto di lavoro. Se noi continuiamo a laureare i giovani e a specializzarli e poi non offriamo loro un lavoro, diventeremo un granaio per l'Europa e il resto del mondo: esporteremo specialisti perché in Italia non troveranno lavoro". La carenza del personale è un problema cardine che nasce da blocchi di assunzione. Antonio Mazzarella, segretario regionale della Fp Cgl Medici Puglia sostiene che "la Puglia in particolare ha subito decurtazioni fino alla perdita di 20mila posti letto. Gli ospedali sono stati chiusi per carenza di sostegno economico non solo per inefficienza. Questo ha comportato una medicina territoriale che non è decollata". Policlinico, Di Venere, San Paolo hanno subito accorpamenti e professionisti che attendono dal 2015 per essere stabilizzati contrattualmente. Il covid poi che ha acuito le fragilità strutturali. A Bari tutti i grandi ospedali sono in sofferenza, specie i settori dell'emergenza. Mazzarella spiega: "Su 530 medici previsti negli organici dei 118, 200 si sono volatilizzati perchè hanno cambiato lavoro. I medici di famiglia sono andati via perché manca un'integrazione tra ospedale e territorio. L'organizzazione delle asl è latitante". In questa crisi imperversa il privato e poi "il Pnrr conclude- non ha pensato al medico, al personale. Si rischia di avere di nuovi ospedali ma vuoti".