Fattura elettronica, il punto Fnomceo sulle novità per ordini e iscritti
Conte (FNOMCeO) Come Ordini e Fnomceo non emettiamo fatture, non abbiamo partita Iva ma usiamo il codice fiscale
giovedì 23 aprile 2015

Doctor 33
Il 1° aprile anche gli Omceo e la Federazione come le altre pubbliche amministrazioni hanno iniziato a ricevere le prime fatture elettroniche dai fornitori. Mentre il governo accelera sulla fatturazione elettronica e pensa ad incentivi per invogliare i commercianti all'informatizzazione della contabilità (scontrino digitale), in casa di medici e dentisti l 'obbligo previsto dalla legge di riforma della Pa non pesa più di tanto come spiega il segretario Fnomceo Luigi Conte.
Il 1° aprile anche gli Omceo e la Federazione come le altre pubbliche amministrazioni hanno iniziato a ricevere le prime fatture elettroniche dai fornitori. Mentre il governo accelera sulla fatturazione elettronica e pensa ad incentivi per invogliare i commercianti all'informatizzazione della contabilità (scontrino digitale), in casa di medici e dentisti l 'obbligo previsto dalla legge di riforma della Pa non pesa più di tanto come spiega il segretario Fnomceo Luigi Conte.
Ordini - «Come enti pubblici non economici siamo interessati solo alle fatture in ingresso emesse dai fornitori», dice Conte. «Come Ordini e Fnomceo non emettiamo fatture, non abbiamo partita Iva ma usiamo il codice fiscale. Stiamo avendo dei contatti per fare una convenzione con un provider accreditato per conservare le fatture che riceviamo in ingresso a livello centrale e metterle a disposizione degli Ordini».
Fornitori - C'è però l'aspetto relativo ai medici fornitori di servizi che da aprile si sono dovuti dotare di un sistema di gestione elettronico. Tra questi ci sono i medici legali che fanno da periti o consulenti d'ufficio ai tribunali. «La normativa dà lo start alla spedizione elettronica delle fatture il 1° aprile ma concede tre mesi di tempo per adeguarsi transitando dalla vecchia contabilità alla nuova. Abbiamo raccolto due proposte di preventivo per l'archiviazione dei dati, ed abbiamo intenzione di mettere a disposizione dei professionisti una o più ipotesi di convenzione convenienti tra le quali potranno scegliere».
Stato dell'arte - A circa 20 giorni dallo start non sono state ancora analizzate eventuali criticità né nella gestione né nella conservazione dei dati, cioè i due passaggi cruciali evidenziati prima di partire. Spiega Conte: «La normativa concede tempo fino a fine anno per archiviare definitivamente le fatture che arrivano, contiamo di organizzarci entro l'estate».
Spese - I costi per i professionisti sono diversi a seconda si tratti di gestire i dati o di archiviarli perché diversi sono i due programmi. «L'archiviazione costa relativamente poco - spiega il Direttore Generale Fnomceo Marco Cavallo - è uno spazio occupato su server e messo a disposizione da provider certificati con costi di un tot a pacchetto da 25 o 50 fatture o multipli; alcune software house lo offrono gratis ai clienti, altrimenti si arriva a un massimo di 2 euro a fattura. Il costo cresce negli anni perché cresce la memoria necessaria a tenere in archivio le fatture, in genere si fanno contratti pluriennali. Invece per la gestione il costo della licenza e della formazione arriva a 3 euro a fattura. Di massima, con 500 euro un medico sotto le 100 fatture annue se la dovrebbe cavare».
Il dissenso - Alcuni Omceo - Bologna e probabilmente Piacenza - hanno detto no all'obbligo basandosi su un parere legale secondo cui gli Omceo non devono sottostare ai fini di contenimento della spesa per cui la fattura online è stata adottata in quanto non gravano sulla finanza pubblica; l'esatto contrario di quanto affermato dalla Direzione delle Finanze. Conte afferma: «In un contesto in cui s'invocano trasparenza e una Pubblica amministrazione "paper free" abbiamo ritenuto utile non nasconderci dietro un dito e mostrare la limpidezza che si conviene a un organo deontologico; ciò non vuol dire che il nostro atteggiamento non possa mutare ove vedessimo atteggiamenti vessatori o comportamenti punitivi o preconcetti da parte della Pa».