Guardie mediche, allarme rosso: in Puglia il record di aggressioni

Sondaggio 9 camici bianchi su 10 subiscono in silenzio minacce, spinte e insulti

giovedì 07 dicembre 2017

Nuovo Quotidiano Taranto

Vincenzo DAMIANI Il record è pugliese, da gennaio ad ottobre 2017 le aggressioni gravi e denunciate nei confronti dei medici sono state 16. Quasi due al mese, e parliamo solamente degli episodi più violenti come abusi sessuali, aggressioni con ferimento, omicidio, sequestro. Non la "semplice" minaccia, l'insulto o il danneggiamento di una struttura, spesso nemmeno denunciati dalle vittime e, ormai, all'ordine del giorno. Il più alto numero di aggressioni si registra in Puglia, a seguire c'è la Sicilia con 14 casi e al terzo posto la Sardegna con 8 episodi. Complessivamente, in Italia sono state denunciate 68 violenze nei confronti dei medici, poco meno di un terzo sono avvenute tra Foggia e Lecce. Non solo: la Puglia detiene il triste record italiano anche andando a ritroso negli anni: il 26% di tutte le aggressioni verificatesi in Italia dal 1984 al 2016 si sono consumate qui. I più a rischio sono i dottori che lavorano ne- gli ambulatori di guardia medica, a seguire i medici dei pronto soccorso. La fascia oraria più pericolosa è quella tra le 24 e le 5 del mattino: il 65% degli episodi si è consumato in quelle 5 ore notturne (il 20% tra le 20 e le 24, il 15%nelle ore diurne). Le donne sono quelle più tartassate, dei 68 casi italiani il 68% ha riguardato il gentil sesso. L'ultima aggressione in ordine di tempo è quella avvenuta ad Acquavi va delle Fonti, in provincia di Bari, dove una dottoressa di guardia medica è stata violentata da un 51 enne nell'ambulatorio. Ma le minacce - denunciano i medici - sono quotidiane, aggressioni fisiche un giorno sì e l'altro no: secondo un sondaggio svolto dagli Ordini dei medici garantendo l'anonimato ai propri iscritti, almeno 9 camici bianchi su 10 hanno subito in silenzio, senza rivolgersi alle forze di polizia, spinte, schiaffi, insulti. Per questo motivo, la Federazione nazionale degli Ordini dei medici (Fnomceo) sta pensando di inviare una sorta di dùettiva alle amministrazioni delle Asl. «Chiederemo alle aziende ospedaliere - rivela il presidente della Fnomceo, Amedeo Bianco -di segnalare questi episodi alle forze dell'ordine. Anche se si tratta solo di minacce verbali o insulti. Questo perché, è bene ricordarlo, i medici e gli infermieri che prestano soccorso ai pazienti stanno svolgendo in quel momento pubbliche funzioni. Sono a tutti gli effetti pubblici ufficiali, come i poliziotti, i carabinieri». Lo scorso novembre mille medici pugliesi hanno dato vita ad un corteo di protesta a Bari anche per denunciare le continue violenze e l'insicurezza delle strutture. L'Ordine dei medici di Bari lanciato una campagna di comunicazione ad hoc, con dei cartelli, di 6 metri per 3, affissi nei sei capoluoghi della regione. Lo scopo è di contrastare il clima di insicurezza che da anni il personale medico subisce negli ambulatori, in corsia e al pronto soccorso. Le prefetture e la Regione Puglia sono a lavoro per trovare delle soluzioni: è in corso, ad esempio, una ricognizione di tutte le sedi di guardia medica pugliesi per conoscere le attuali condizioni, mentre si sta valutando la possibilità tecnica di collega-re telefonicamente, con un numero diretto e riservato, gli ambulatori dei medici di guardia con le caserme o i commissariati più vicini. E quasi terminata, per ora, la ricognizione provincia per provincia per avere un quadro dettagliato delle attuali condizioni delle sedi di guardia medica e individuare quelle più a rischio perché troppo isolate o perché non protette a dovere. Ogni prefetto consegnerà la prossima settimana una relazione completa, sulla base dei report verranno avviati dalla Regione e dalle Asl gli interventi di ristrutturazione, adeguamento, potenziamento dei sistemi di sicurezza o, se necessario, persino di chiusura del centro. Il governatore Michele Emiliano, inoltre, ha chiesto alle forze dell'ordine se è possibile collegare telefonicamente e in maniera diretta e riservata ("punto a punto", in gergo) tutti gli ambulatori di guardia medica con una caserma o un commissariato di polizia più vicino. L'idea sarebbe questa: i medici, in caso di necessità, spingendo un tasto farebbero scattare l'allarme alla centrale operativa dei carabinieri o della polizia, in questo modo l'intervento potrebbe avvenire in maniera decisamente più tempestiva.