Formazione medicina generale, la proposta di sanatoria divide. Ecco le posizioni

I giovani del sindacato FIMMG hanno dato il via a un flashmob su twitter al grido, anzi all'hashtag #nodecretopieralli.

lunedì 15 ottobre 2018

Doctor News (Mauro Miserendino)

Sanatoria o no? L'inclusione di nuovi medici nel corso di medicina generale non piace ai sindacati ma li divide un po' e divide anche vecchi e giovani. Vediamo le posizioni. La premessa è che per far fronte agli esodi dei medici pensionandi, il governo Lega-M5S apre il corso non più solo a chi ha superato il test e acquisito la borsa di studio, ma anche, a spese proprie e in sovrannumero: 

• a tutti gli idonei passati anche solo con la sufficienza, in su 

• a chiunque avendo alle spalle sostituzioni e lavoretti possa pagarsi questo post-laurea 

• a medici di altre specialità (internisti) che potrebbero avere uno sconto di mesi pari al peso delle conoscenze già acquisite. 

Fimmg ha già anticipato che la strada è improponibile, anti-meritocratica. I giovani del sindacato hanno dato il via a un flashmob su twitter al grido, anzi all'hashtag #nodecretopieralli. Così è stata chiamata la proposta ministeriale dal nome di Roberto Pieralli, oggi consulente del ministro, che nei mesi scorsi con i giovani dell'Ordine dei Medici di Bologna aveva proposto un modello in cui il laureato in medicina abilitato è già assumibile o convenzionabile dal Servizio sanitario nazionale dopo una prova di idoneità alla disciplina. La proposta ministeriale in realtà è diversa. Oggi però, Pieralli è consulente del Ministro e in un video sui social spiega come la proposta istituzionale sanatoria non sia. Infatti, resta per tutti l'obbligo "europeo" di fare il corso. Nessuno, aggiunge, dovrebbe sentirsi defraudato dall'ingresso di nuove figure: il posto c'è per tutti. Di qui al 2028, inserendo "triennisti" a tassi doppi del passato avremmo ancora 14 mila posti di lavoro da riempire. Piuttosto, già oggi alcune regioni al Nord nel coprire i posti di continuità assistenziale hanno raschiato il fondo del barile: riescono solo a trovare medici fuori dai circuiti del post-laurea e quelli impiegano, mesi, anni, sanandoli di fatto. 

Ma torniamo alla proposta del ministro. In linea con Fimmg, Filippo Anelli presidente Fnomceo rimarca l'essenzialità dei concorsi pubblici nell'ingresso Ssn, e il presidente della Società italiana di medicina generale Claudio Cricelli, ravvisando l'opportunità di inserire al tavolo le società scientifiche, osserva: «La sanatoria penalizzerebbe i giovani medici che con sacrificio hanno intrapreso l'iter specialistico della Medicina generale con la conseguenza tra l'altro di dequalificare l'area della medicina territoriale». Tra gli altri sindacati, lo Snami con Angelo Testa ha una posizione un po' intermedia tra quella del Ministro e la Fimmg. «È ovvio -dice Testa- che chi ha titolo non può venir scavalcato da chi non ne è in possesso ma è altrettanto sacrosanto che chi ha maturato esperienza sul campo veda riconosciuto il giusto punteggio per concorrere». 

Lo Smi con Pina Onotri sottolinea la necessità di riconoscere, magari con un ente certificatore, come l'Osservatorio Nazionale per la Formazione Specialistica, il lavoro di migliaia di medici equivalenti che operano da anni nel nostro Paese. E sostiene un unico test nazionale di accesso a tutte le specialità compresa la medicina generale che dovrebbe assurgere a dignità specialistica, ma per coprire l'attuale fabbisogno. L'"altra" segreteria Smi, frutto di complesse vicende sindacali e legali non ancora concluse, con il segretario Franco Esposito appare peraltro altrettanto vicina alla posizione del ministro, e sostiene la necessità per i giovani medici di uscire dalla riserva indiana. 

Anche Andrea Filippi, segretario Cgil Medici, condivide le proposte del ministro: «Il personale medico precario ha assicurato negli ultimi anni il mantenimento dei livelli di assistenza, in particolare della rete dell'emergenza, maturando competenze oggi indispensabili al Ssn». Filippi introduce un tema collaterale: il futuro del corso triennale. Silvestro Scotti, leader Fimmg, ha aperto a una trasformazione da tre anni a uno di tronco comune con insegnamenti di 118, medicina penitenziaria e "fondamenti" più due anni di medicina generale propriamente detta. Se Fimmg formazione non si esprime ancora nel merito del 2+1, lo fanno il Movimento Giotto, che in un comunicato spiega come 3 anni a stento bastino a costruire una preparazione di livello europeo votata al lavoro di équipe e declinata sulla cronicità, e Wonca Italia, associazione internazionale dei Mmg che con la sua filiazione guidata da Andrea Moser ricorda: «In Europa oggi si propone l'allungamento della durata della formazione avendo osservato la necessità di allargare le competenze». 

Mauro Miserendino