Guardia medica, al via indagine Fimmg sulla sicurezza. Si parte dalla Lombardia

Al congresso Fimmg abbiamo portato al Ministro 408 segnalazioni di aggressioni e di presidi insicuri

martedì 16 gennaio 2018

Fonte: Doctor News

Dopo l'Abruzzo la Lombardia. E a cascata il resto d'Italia. I medici di continuità assistenziale della Fimmg muovono verso un'indagine a tappeto della sicurezza delle sedi di Guardia Medica in tutta Italia, per verificare se i medici e il personale vi lavorano in condizioni agevoli e sicure. In Lombardia è attivo da ieri un questionario online (al link https://ssl.fimmg.org/limesurvey/index.php?sid=81861&lang=it) rivolto a tutti i medici di continuità assistenziale anche non iscritti, che scandaglia dalla disponibilità di mezzi al personale adiuvante e dall'illuminazione alla separazione dei locali. Fino alla sicurezza. «Rispetto all'indagine abruzzese si cerca di utilizzare parametri misurabili, d'interpretazione univoca. Sono formulate domande alle cui risposte corrisponde un indice numerico che permetterà di fare paragoni oggettivi tra un'Ats e l'altra e successivamente tra regioni diverse», spiega Tommasa MaioSegretario Nazionale Fimmg Continuità Assistenziale e artefice dell'indagine. «Dopo l'aggressione In Sicilia della collega, a settembre, ho sentito che si era passato il punto di non ritorno, dovevamo testimoniare come e dove lavoriamo. Al congresso Fimmg abbiamo portato al Ministro 408 segnalazioni di aggressioni e di presidi insicuri, con eloquenti fotografie, ma non c'è stato fin qui riscontro. Ora andiamo sede per sede a raccogliere l'osservazione oggettiva dei colleghi, e al termine dell'indagine avremo una statistica, ma soprattutto con un gruppo di lavoro di otto delegati, uno per Ats, che sono a disposizione per le segnalazioni, potremo andare dai direttori generali a dire ciò che non va, sulla base di un'indagine non solo quantitativa, ma quali-quantitativa, con misurazioni. Chiederemo che cosa si è fatto, e parleremo di responsabilità dei funzionari; non basta aver fatto una bella ricognizione e un documento di valutazione del rischio segnalando dei problemi qualche anno fa per scaricarsi dalle responsabilità, ma occorre trovare dei correttivi ai problemi, altrimenti la responsabilità è anche maggiore». 

Nell'indagine abruzzese è stato messo in rilievo che spesso i medici spesso non sanno chi bussa alla porta, quando poi dentro l'utente è aggressivo non è a volte possibile chiedere aiuto, mancano inferriate, videocitofoni, e mezzi propri con ABS come gli utopici accordi regionali raccomandavano. Maio sottolinea che anche in Lombardia «negli ultimi mesi sono cresciute le segnalazioni di aggressioni, non solo verbali, rivolte da utenti. Occorre che le ATS (le nuove aziende sanitarie, ndr) mettano in campo iniziative a tutela dell'incolumità dei colleghi. Il questionario segue i criteri di prevenzione dei rischi della Raccomandazione ministeriale del 2007». Una raccomandazione che le regioni fin qui non hanno mostrato di seguire troppo. Oltre alla verifica della sicurezza delle sedi Fimmg ha chiesto in trattativa per l'accordo regionale una valutazione delle modalità operative attuate durante le visite, anche quelle a casa, e di contare gli episodi di aggressione e ha confermato che i medici di CA sono pronti a farsi parte attiva nella ricognizione per risolvere tempestivamente le situazioni di maggior rischio. «Per le risposte ci siamo dati tempi molto brevi, il questionario è agevolmente compilabile. Dopo la Lombardia verranno altre regioni, non ci fermiamo qui: è solo l'inizio dell'applicazione di uno strumento oggettivo per migliorare le condizioni in cui offriamo assistenza ai cittadini».


Mauro Miserendino