Emergenza medici di famiglia in 2.200 verso la pensione

I corsi di formazione triennale riescono a garantire solo 100 dottori. Appello alla Regione

domenica 18 febbraio 2018

Repubblica Bari

Nella graduatoria di medicina generale e guardia medica della Regione Puglia, per il 2018, ci sono 2.472 nominativi. Ma non bastano per soddisfare l'utenza, gli oltre 4 milioni di potenziali pazienti. Se la crepa è ancora piccola per quest'anno, scatenerà una valanga molto presto. Già, perché di quei professionisti il 70 per cento andrà in pensione nei prossimi dieci anni. E scorrendo l'elenco la statistica trova subito conferma: la maggior parte degli iscritti è nata negli anni '50, ed è davvero a un passo dalla pensione. Certo, si potrebbe compensare facilmente con le nuove immissioni. Ma è più facile dirlo che farlo. «Dal 1991 esiste il corso di specializzazione in medicina generale - spiega Filippo Anelli, presidente dell'Ordine dei medici di Bari e da poco eletto al vertice della Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri - ed è l'unico modo per diventare medici di base». Un corso di formazione triennale, che per la Puglia vede la formazione di un massimo di 100 medici alla volta. Non considerando l'abbandono, pari al 20-30 per cento. Ecco, il conto allora è semplice: sempre nell'ottica dei prossimi dieci anni, si avranno -nella migliore delle ipotesi - 300 nuovi medici di base. Contro i circa 2.200 (degli attuali 3.300) che nel frattempo saranno andati in pensione. Una voragine. «Perciò abbiamo già chiesto alla Regione Puglia di raddoppiare il numero di borse di studio - continua Anelli - perché la gobba pensionistica di questi dieci anni, fatta di medici entrati in servizio tutti insieme 40 anni fa, possa poi essere superata. Si potrebbe inoltre aumentare il rapporto ottimale fra medico e popolazione, che attualmente è di uno per mille assistiti. Proponiamo di farlo salire a 1.300: così si ridurrà il numero di medici necessari, ma si potrà affrontare il problema della carenza spostando il fabbisogno di 5-6 anni». Ma è solo una parte del problema. Un altro riguarda la natura stessa della graduatoria: ci finiscono dentro sì i medici di base (assistenza primaria), ma anche le guardie mediche (continuità assistenziale), l'emergenza sanitaria territoriale (118) e la medicina dei servizi territoriali. La confusione è tanta, perché ogni nominativo presente in elenco dà le sue preferenze, una o più di una. E soprattutto, in quell'elenco ci resta finché non decide di cancellarsi. Anche dopo essere andato in pensione. Non deve stupire, allora, che accanto alle giovani leve - in graduatoria ci sono medici nati nel 1987, che quindi hanno poco più di 30 anni - si trovino professionisti nati negli anni '40, e addirittura un barese classe 1939. Figure che sono abbondantemente in pensione, quindi, e che però ingolfano quell'elenco. «Perciò abbiamo chiesto di modificare le graduatorie - ancora Anelli - perché lì c'è gente che lavora e altra che è in pensione, e in entrambi i casi non si procede con la cancellazione. Alla fine i medici veramente interessati alla medicina generale sono soltanto 600». Le Asl pugliesi rendono noti i posti disponibili due volte all'anno, ogni sei mesi, a marzo e a settembre. E spesso succede che alcune zone restano scoperte, perché pò- co attrattive. «Ci sono circa 50 posti di medicina generale non assegnati - prosegue il presidente Fnomceo - perché se magari c'è Spinazzola disponibile, si preferisce aspettare che si liberi Bari». Tanto, comunque, nella graduatoria si resta, e si può pure nel frattempo lavorare altrove. Altro fattore da non tralasciare: l'età pensionabile. Dal 2018, ricorda Enpam, la pensione di vecchiaia si raggiunge a 68 anni. Ma si può sempre chiedere di continuare a lavorare fino a 70, attirati dal fatto che gli iscritti che restano al lavoro più a lungo ricevono una maggiorazione sull'importo della pensione. E nella famosa graduatoria non manca chi, già in pensione, continua a fare guardie mediche: «Lavoriamo in convenzione con le Asl, sia come medici generici che di guardia medica ammette un medico che preferisce restare anonimo - senza-ferie né tredicesima».