Scatta l’era della fattura elettronica europea: ecco che succederà

In Italia il nostro formato e quello europeo convivranno. Vediamo le conseguenze di questa novità per le PA e aziende europee

venerdì 16 giugno 2017

Il 28 giugno il CEN, l’ente di normazione che scrive le norme tecniche (EN) in Europa, pubblica gli standard e comincia quindi il conto alla rovescia per l’adesione di tutte le PA europee. In Italia il nostro formato e quello europeo convivranno. Vediamo le conseguenze di questa novità per le PA e aziende europee
Il 28 giugno comincia l’era della fattura elettronica europea. Quel giorno il CEN, l’ente di normazione che ha lo scopo di armonizzare e produrre norme tecniche (EN) in Europa, pubblicherà i relativi standard, che saranno poi approvati e pubblicati dalla Commissione Europea sulla Gazzetta Ufficiale europea entro la fine di luglio. Da quel momento scatterà l’obbligo di recepimento da parte di tutti gli Stati membri dell’Unione Europea entro 18 mesi per le Pubbliche Amministrazioni centrali, e 30 mesi per le Pubbliche Amministrazioni locali.

Per la prima volta in Europa ci sarà un solo modo per fare fattura elettronica. Tutto questo semplificherà la gestione della fattura e sarà un forte sprone per il settore privato a usare il formato elettronico.

Vediamo che succederà e l’impatto previsto in Italia.

Per comprendere la portata dell’evento, bisogna ricordare che l’Agenda Digitale Europea ha individuato nella fatturazione elettronica una delle principali leve per diffondere la cultura digitale nel mondo delle imprese e dei professionisti tanto da inserirla al suo interno perché essa ha l’obiettivo di efficientare i processi amministrativi e, contemporaneamente, ridurre i costi di gestione.

Da circa un paio di mesi il Ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan ha deciso di rendere più efficace ed efficiente lo strumento della fattura elettronica nel recupero del gettito evaso in materia di IVA, ed ha avviato una negoziazione con la Commissione Europea per permettere all’Italia di rendere obbligatoria la fatturazione elettronica anche ne settore privato, dopo quello Pubblico.

Per comprendere correttamente e compiutamente cosa sta accadendo è necessario fare un passo indietro riprendere il Decreto legislativo n. 127/2015 sulla fattura elettronica tra privati e la trasmissione telematica dei corrispettivi. è necessario fare riferimento innanzitutto al quadro generale in cui è inserito.

Infatti tale disposizione normativa era inserita in un gruppo di tre decreti predisposti in attuazione della riforma fiscale di cui alla Legge n. 23/14 del 11/3/14.

In particolare i predetti decreti si occupavano delle:

– disposizioni sulla certezza del diritto nei rapporti tra fisco e contribuente;

– trasmissione telematica delle operazioni IVA e di controllo delle cessioni di beni effettuate attraverso distributori automatici (art.9, co.1, lett.d) e g), Legge n. 23/14);

– misure per la crescita e l’internazionalizzazione delle imprese.

Per quanto riguarda il Decreto sulla fattura elettronica e la trasmissione telematica dei corrispettivi si deve osservare che l’Amministrazione finanziaria ha voluto avviare un processo di cambiamento nel rapporto con i contribuenti introducendo regimi agevolativi, il controllo remoto dei dati ed eliminando alcune comunicazioni periodiche.

Successivamente il Governo ha introdotto nel D.L.193/2016 (la Legge di Stabilità per l’anno 2017) delle norme che hanno introdotto un regime alternativo all’opzione del Decreto legislativo 127/2015 e che, di fatto hanno complicato il panorama normativo.



Ora però torniamo al vero nucleo centrale del problema, l’evasione in materia di IVA.

Il ministro Padoan ha esaminato con i vertici di Agenzia dele Entrate ed Equitalia per analizzare i dati relativi alla riscossione dei tributi in Italia e studiare nuove misure per recuperare l’evasione che è stata quantificata in ben 6 miliardi di euro di entrate possibili grazie alla lotta all’evasione in materia di IVA nei prossimi due anni.

La volontà del Governo Italiano è quella di combattere tutti i tipi di frode all’IVA, anche richiedendo l’obbligo di fatturazione elettronica per le transazioni nel settore privato e aumentando conseguentemente la gamma di azioni di lotta contro le frodi IVA.

È fondamentale infatti ridurre il divario dell’IVA, cioè di quella differenza tra imposte che sono stati effettivamente pagate e tasse poi avrebbero dovuto essere versate.

Con la fatturazione elettronica infatti si ritiene che le frodi IVA, l’evasione fiscale ed i mancati pagamenti possono essere combattuti efficacemente grazie da un migliore utilizzo delle attuali tecnologie che permettono di utilizzare dati interoperabili che permettono di confrontare gli stessi con altri e quindi avere delle estrazioni dei dati che siano qualitativamente significativi per evidenziare i mancati adempimenti fiscali da parte dei contribuenti (aziende e professionisti).

Nella richiesta formulata alla Commissione Europea, il Ministro Padoan ha indicato anche altre misure che l’Italia vuole porre in essere.

In particolare:

– rafforzare i meccanismi favorevoli ai contribuenti che lavorano in modo trasparente per l’Agenzia delle Entrate e quindi possono beneficiare di un minor numero di controlli in cambio;

– strumenti di analisi del rischio che ha già iniziato a dimostrare l’efficacia nei risultati per quanto riguarda la vendita di immobili;

– ridurre il fenomeno delle cosiddette “frodi carosello” grazie anche alla cooperazione che deve essere rafforzata con le altre autorità fiscali internazionali.

– il rispetto dei principi stabiliti dall’OCSE con l’utilizzo e la condivisione delle banche dati, la definizione dell’imposta digitale.

Fatta questa premessa veniamo a vedere cosa succederà a breve per la fattura elettronica.

Il 28/6 saranno pubblicati gli standard dal CEN, ente di normazione tecnica della Commissione Europea e sviluppati dal comitato tecnico TC434, su cui si baserà il recepimento della Direttiva 2014/55/UE sulla fattura elettronica, che è uno dei contributi del sistema di normazione tecnica al piano triennale per l’informatica nella Pubblica Amministrazione.

La norma europea EN16931-1 “Electronic invoicing – Part 1: Semantic data model of the core elements of an electronic invoice” è il document principale nel set di standard sviluppato, ed è una norma europea che definisce un modello semantico di dati degli elementi fondamentali di una fattura elettronica, che (richiesto dalla Direttiva 2014/55/UE) sarà poi utilizzato nell’ambito degli appalti pubblici in Europa a partire da novembre 2018.

La predetta norma EN 16931-1 specifica gli elementi di informazione “core” che permettono ad una fattura elettronica di garantire la conformità legale e fiscale in tutti gli Stati membri UE. Ma la fattura elettronica va oltre, infatti alcuni elementi di uso comune di essa consentono il collegamento con gli altri documenti del ciclo dell’ordine e della supply chain finance.

Tutte le pubbliche amministrazioni europee dovranno accettare in futuro le fatture emesse in conformità con il modello semantico della suddetta norma.

L’uso della norma europea da parte degli operatori economici sarà possibile sia in un contesto nazionale che transfrontaliero.

In ambito nazionale quindi, in linea con il recente Piano Triennale per la digitalizzazione delle Pubblica Amministrazione in Italia recentemente pubblicato, si può ipotizzare che il formato Fatturala continuerà ed esistere ma sarà affiancato dal nuovo formato EN16931-1. Il modello semantico comune garantisce una interoperabilità e interpretazione univoca dei dati scambiati e, pertanto, molto probabilmente sarà adottato rapidamente dalle grandi e medie aziende anche perché in tal modo saranno garantiti i processi aziendali basati sui formati standard internazionali e quindi poter scambiare fatture con soggetti anche al di fuori dell’UE.

Dal mese di novembre 2018 tutti i soggetti interessati potranno adottare la fatturazione elettronica europea grazie all’integrazione che sarà fatta, al momento su base volontaria, con il SDI (Sistema di Interscambio) ai sensi della vigente normativa.

Il CEN ha annunciato che il 28 giugno approverà il riferimento alla norma EN 16931-1 e l’elenco delle sintassi presente nella TS 16931-2,

che saranno poi approvati e pubblicati dalla Commissione Europea sulla Gazzetta Ufficiale UE, entro la fine di luglio. Da quel momento scatterà l’obbligo di recepimento da parte di tutti gli Stati membri dell’Unione Europea entro 18 mesi per le Pubbliche Amministrazioni centrali, e 30 mesi per le Pubbliche Amministrazioni locali. In Italia pertanto tutte le Pubbliche Amministrazioni dovranno accettare i due formati (FatturaPA e EN16931-1) e tutti i soggetti IVA privati potranno scegliere quale dei due formati utilizzare.

Infine va osservato che il nuovo formato EN16931-1 consentirà di avere un’integrazione con tutti i cicli aziendali (acquisti, fatturazione, consegna e pagamenti) con grandi risparmi gestionali grazie all’utilizzo di formati standard internazionali presenti nella lista specificata nella TS 16931-2 (OASIS UBL e UN/CEFACT Cross Industry Invoice XML) che consentono di scambiare fatture con soggetti anche al di fuori dell’Unione Europea.

Da quanto precede ritengo che sia chiaro quale sia il vantaggio di adottare la fatturazione elettronica, andando oltre l’esistenza o meno dell’obbligo di adottarla ed di là dei numeri che da anni sono rilevati dagli Osservatori del Politecnico di Milano che misurano puntualmente i vantaggi, che arrivano fino a 65 euro per l’intero ciclo!