Fimmg Bari: prima dell'autonomia un Piano Marshall per la Sanità, come proposto da Fnomceo

Bisogna trovare risorse per sanare le differenze che si sono create negli anni a causa di una ripartizione del Fondo sanitario nazionale

sabato 23 marzo 2019

Bari, 23 marzo 2019. “Non siamo in linea di principio contro l’autonomia, che teoricamente può essere uno strumento di efficienza. Ma oggi, prima dell’autonomia, come ha proposto il Presidente Fnomceo Filippo Anelli, ci vuole un piano Marshall per la sanità che riduca le disuguaglianze. Bisogna trovare risorse per sanare le differenze che si sono create negli anni a causa di una ripartizione del Fondo sanitario nazionale che ha tenuto conto solo di parametri demografici come l’età e non del disagio sociale e dell'indice di deprivazione" - commenta così Nicola Calabrese, Segretario Fimmg Bari i temi affrontati oggi al Policlinico di Bari nell’ambito dell’incontro "Regionalismo differenziato, Sanità pubblica e diritto alla salute”, organizzato dal Comitato per l’Unità della Repubblica.

Intervenendo all’evento Nino Lombardo, vice segretario di Fimmg Bari ha messo in evidenza il disagio che i medici di medicina generale affrontano quotidianamente a causa della carenza di risorse destinate al Servizio Sanitario Regionale. Disagio aggravato dalla carenza di medici che peggiorerà nei prossimi anni, a causa della curva pensionistica e che causerà inevitabilmente una riduzione dei servizi erogati e un’allungarsi delle liste di attesa.

“I servizi di assistenza domiciliare già carenti potrebbero avere un battuta di arresto. Già ora la riabilitazione a domicilio prevede tempi di attesa di mesi. - ha spiegato Lombardo - “E' chiaro che la carenza di risorse sta demolendo il SSR. Questa carenza deriva da un'iniqua ripartizione del Fondo sanitario nazionale, fondata sulla età media dei pazienti che ha finito con il far nascere centri di eccellenza al Nord e carenze e mobilità sanitaria al Sud. Il regionalismo non farà altro che peggiorare questa situazione”.

“Il modello di cura territoriale del Care Puglia 3.0, basato su mini team composti da MMG-Infermiere-Collaboratore di studio, è oggi riferimento per molte regioni d’Italia nella cruciale gestione della cronicità” - ha continuato Lombardo - “Mi chiedo cosa accadrà in Puglia se verranno meno i fondi per sostenere questo modello di cura che consente quotidianamente l'erogazione di servizi ai malati. Cosa si poteva fare per utilizzare meglio le risorse a disposizione della regione Puglia? Mettere in atto la distribuzione diretta dei farmaci avrebbe senz'altro permesso una notevole riduzione della spesa farmaceutica e avrebbe liberato fondi a vantaggio di servizi sanitari/sociali che non possono essere assicurati ai cittadini”.