Costo dei farmaci. L'aumento è colpa della Regione

L'Ordine bari «Inefficiente è la Regione. E invece di fare ammenda, scaricale proprie manchevolezze sulla classe medica»

sabato 04 novembre 2017

Corriere del Mezzogiorno

Filippo Anelli, presidente dell'Ordine dei medici di Bari, interviene dopo la diffusione dei dati sulla spesa farmaceutica pubblicati giovedì dal Corriere. Da quelle informazioni si rileva che l'esborso regionale per l'acquisto di medicinali si contrae per quello che riguarda il sistema delle farmacie convenzionate (quelle che vediamo nelle strade) ma resta alta nelle corsie degli ospedali e nelle farmacie territoriali (quelle gestite direttamente da Asl e «Costo farmaci, l'aumento è colpa della Regione» strutture ospedaliere), n nodo, secondo Anelli, è nel meccanismo della «distribuzione diretta». Ossia la dispensa dei farmaci dopo le dimissioni ospedaliere, sufficienti per 30 giorni. Siccome l'acquisto delle medicine ospedaliere avviene a prezzo scontato (circa il 50%) è ovvio che per le casse regionali sia più conveniente provvedere alla distribuzione diretta, anziché inviare il paziente appena dimesso al proprio medico di famiglia e da qui alla farmacia convenzionata (quella sotto casa) dove le medicine costano molto di più alle casse della Regione. «Insomma - dice Anelli - se la spesa resta alta, lo si deve al cattivo funzionamento della distribuzione diretta. Cioè della Regione, la quale dovrebbe acquisire le medicine a prezzo ridotto per gli ospedali e avere in servizio i farmacisti per la dispensa. Finora, invece, la Regione si è accanita con direttive draconiane sui medici di base per indurli a tagliare le prescrizioni di medicinali. Questo in base al fatto che vengono considerate inappropriate mentre inappropriate non sono affatto. Ad ogni modo, non si può guidare tali processi con un algoritmo». Il riferimento di Anelli è ad un dispositivo utilizzato dalla Regione quando il medico di base si collega al sistema informatico regionale per la compilazione di una ricetta dematerializzata. In caso di prescrizioni di farmaci costosi che necessitano della compilazione della «nota Aifa» (perché siano a carico delle casse pubbliche) il dispositivo avverte se ricorrono le condizioni. Per i medici è una privazione della libertà di cura, per la Regione un modo per tenere a freno la spesa. Francesco Strippoli