Ospedali, visite a pagamento lievitate in un anno: tre milioni in più di introiti

Il dato emerso dall'incontro all'Ordine di Lecce con il presidente della Commissione regionale bilancio Fabiano Amati

sabato 07 aprile 2018

Nuovo Quotidiano Lecce

A renderlo noto è stato lo stesso responsabile di Alpi, Giuseppe De Maria, rispondendo ad alcune critiche mosse al sistema: «La Asl di Lecce è in controtendenza rispetto a tutte le aziende sanitarie italiane in quanto il fatturato di Alpi cresce, mentre altrove è in decremento. Stiamo rendicontando in questi giorni e per il 2017 abbiamo un fatturato di 8,4 milioni di euro. Bisogna considerare che l'attività Alpi contribuisce ad abbattere le liste d'attesa perché si tratta di prestazioni aggiuntive e abbiamo in programma di attivare anche un reparto di degenza all'interno dell'attività Ubero-professionale». I programmi futuri di Alpi si vedranno, ma non concretizzati da De Maria (al momento in malattia) che ha visto molte nubi addensarsi sul suo capo dopo che ha puntato l'indice su 38 medici (su un campione di 60) le cui timbrature sono risultate irregolari tanto che è scoppiato il bubbone dell'attività prestata in orario di servizio. D direttore generale della Asl di Lecce, Ottavio Narracci, ha detto a chiare lettere che il sistema organizzativo di Alpi fa acqua da tutte le parti ed è al lavoro per chiudere le falle quindi è fisiologico che si chieda il conto a chi non ha tenuto in sicurezza il sistema. Poi si tratterà di capire se sarà l'unica testa a subire le conseguenze deUe maghe larghe di Alpi. Sulla questione dell'intra-moenia effettuata in orario di servizio si sono appuntati anche gli occhi dei Nas e della Guardia di finanza che vuol vederci chiaro. I controlli tracimano, dunque, e vengono attenzionati dalle forze deU'ordine. Le fiamme gialle in particolare hanno spesso attivato controlli suU'intramoenia che in diversi casi sono sfociati in processi in sede penale con tutte le conseguenze, anche disciplinari e pecu-narie del caso. Certo è che Narracci ha promesso mano ferma e in tempi brevi, con contestuale tutela deUa categoria medica: «Non lascerò passare impuniti comportamenti opportunistici, ma ho il dovere di tutelare la classe medica perché gli stessi medici di cui si parla lavorano nei reparti per salvare vite umane e non possono essere accusati di comportamenti fraudolenti». L'attività intramoenia è legittima, sia chiaro, ma non dovrebbe servire per abbattere le liste d'attesa e la crescita degli introiti fa pensare che Alpi abbia contribuito alla performance di Asl che in sei mesi, senza aumentare la capacità di erogazione di visite ed esami diagnostici, ha raggiunto il top in tutte le voci monitorate per verificare i tempi di attesa. Non a caso, candidamente, lo ha dichiarato lo stesso De Maria. Parhamo di fatturati importanti e che fanno la differenza suUo stipendio, almeno dei medici più in auge. Nel mese di dicembre 2017 gli incassi sono stati pari a 518mila euro: 337 ai medici, chea 3mila e 700 euro agli infermieri, il resto per varie voci di costo e per l'azienda 58mila euro. A gennaio Alpi ha incamerato 635mila euro di cui 418 sono andati ai medici, 4mila e 300 agli infermieri, poi tra Irap e costi vari ha tenuto in cassa poco più di 73mila euro. Gli introiti per i medici variano: c'è chi prende solo 108 euro, ma ci sono anche importi di tutto rispetto che vanno da 15mila a chea 8,7,4mila euro al mese. Importi che certo sono significanti e per chi si porta a casa anche 15mila eu- ro sicuramente più importanti deUo stesso stipendio. Ovviamente se guadagnati rispettando le regole non devono suscitare alcuna sorpresa o scandalo, ma appunto senza sforare in nulla visto che il problema non è solo nei comportamenti scorretti bensì nel rispetto delle quantità di erogazione delle presta- zioni, n vero nodo della questione. L'intramoenia deve essere una libera scelta, ossia frutto deUa volontà dell'utente di scegliersi il medico a cui affidarsi e non un passaggio obbligato da qualsivoglia circostanza. E sulla necessità di rispetto delle regole e di trasparenza sono tutti d'accordo e il presidente dell'Ordine dei medici di Lecce, Donato De Giorgi, non ha esitato a far sentire subito la voce della categoria: «Ho fatto richiesta al direttore generale degli elementi utili ad avviare immediatamente un'azione disciplinare perché è giusto fare subito pulizia, naturalmente con le dovute cautele e senza ledere i diritti di nessuno»