Code infinite, medici assenti il grande f lop del pediatrico

La denuncia Pediatrico, il flop del servizio di consulenza ambulatoriale medici assenti, un disastro

mercoledì 27 dicembre 2017

Repubblica Bari

MARA CHIARELLI «Sono andata certa di trovare un servizio perfetto, come tanto sbandierato. La verità invece è molto triste». Benedetta è indignata, peggio, disgustata, dopo aver trascorso ore in fila all'ospedale pediatrico Giovanni XXIII, tra bambini che vomitavano dove capitava e un solo medico a disposizione. Nel primo, vero, giorno di esame per lo Scap ( il servizio di consulenza ambulatoriale pediatrico), e cioè il picco dei malori durante le feste natalizie, il voto dell'utenza è bassissimo. «Sono rimasta sconvolta - prosegue Benedetta - è il terzo mondo. Pensi che persino la guardia giurata mi ha consigliato di non fare entrare l'altro mio figlio, perché poteva prendersi qualsiasi malattia. Ripeteva: teneteli fuori, meglio il freddo». La via crucis di Benedetta e di suo figlio non è molto diversa da quella di molti altri: «Noi siamo arrivati alle 11.30 perché il mio bambino di due anni aveva mal d'orecchio, dovevano visitarlo, temevo un problema al timpano - spiega -Abbiamo trovato l'anarchia totale e il pronto soccorso chiuso, nel senso che se bussavi ti dicevano di fare riferimento allo Scap, è diventato l'accettazione del pronto soccorso». Il problema non si poneva per chi aveva un codice bianco, come Benedetta, ma per i casi più seri: «Mio figlio non era in condizioni gravi, ma ho visto bambini che stavano molto male. E se i genitori chiedevano al pronto soccorso, l'infermiera diceva di rivolgersi allo Scap. Non è così, perché sono due logiche diverse. Non si lavora così e non è nemmeno corretto nei confronti di quei pediatri, magari giovani, ai quali viene affidata tutta la responsabilità». Una coda di ore, tutti in fila: «Prima di me 17 persone, con un quarto d'ora a paziente - si associa Antonella - Una situazione terribile dal punto di vista umano. E quando è arrivato il nostro turno, ci hanno spedito al Policlinico perché al pediatrico non c'era l'otorino. Poi da lì di nuovo all'ospedalet-to, su e giù come pacchi postali». Niente otorino, così come niente oculista né odontoiatra. E lo Scap, partito per essere un sostituto della guardia medica e un modo per evitare l'intasamento al pronto soccorso, ne diventa il sostituto. «Un medico che vede la situazione e non interviene - accusa Francesca, riferendosi a quelli in servizio al pronto soccorso - commette una grave omissione. Il problema dello Scap è che c'è una sola persona in tutti i centri, andrebbe riparametrato in base all'utenza». Ma anche un solo bagno per tanti piccoli pazienti e persino la collocazione, attigua al pronto soccorso, genera disagio. Diversa la situazione dell'ospedale San Paolo: «C'è meno affluenza e lo Scap ha un accesso distinto dal pronto soccorso, oltre che una sala d'attesa separata - spiega Benedetta, che lì ha trovato la soluzione - Ho aspettato un'ora, certo, ma se vai in un ospedale pubblico sai che ti tocca aspettare il tuo turno. Ho anche trovato una pediatra bravissima e dolcissima. Se fossi rimasta al pediatrico, sarei ancora in fila, senza parlare poi della scarsa delicatezza umana». A Barletta va anche meglio: «Appena arrivati si va al triage che assegna la priorità in base alla gravità - interviene Isa - Penso che a Bari si debbano organizzare meglio perché l'affluenza sicuramente è maggiore». Fa sognare l'esperienza settentrionale di Francesca, raccontata su facebook, su un gruppo di mamme: «Noi stessa esigenza, ospedale diverso: Vipiteno. Entrati alle ore 10.45, accolti da infermiera che ha chiesto generalità e preso temperatura alle bimbe (insignite di adesivo-medaglia per il coraggio?) Attesa di 3 minuti, entra il dottore, visita, prescrizione, ore 11.15 fuori». Cosa sia accaduto nel ponte natalizio, quanti codici bianchi sono passati dallo Scap del pediatrico è argomento che in queste ore sarà valutato dal commissario straordinario del Policlinico, Giancarlo Ruscitti: «In tutta la regione lo Scap è fatto da un pediatra singolo, e poi c'è il pronto soccorso pediatrico che soffre in questi giorni - spiega - Con gli studi dei medici di famiglia chiusi, in molti si saranno riversati lì. Lo Scap ha funzione di supporto su codici bianchi e verdi, è evidente che in caso di dubbio fra verde e giallo l'infermiere al cup invia allo Scap, perché magari in quel momento i medici stanno gestendo casi più gravi. Ora cercheremo di capire quanti di quei bambini che si sono rivolti allo Scap potevano essere gestiti diversamente». Sull'argomento si muove anche il capogruppo dei Fratelli d'I-talua al Comune di Bari, Filippo Melchiorre, che punta il dito con- tro «un servizio sanitario regionale inefficiente, ancor peggio quando a farne le spese sono piccoli pazienti » e annuncia un'interrogazione al sindaco Antonio Decaro e al Governatore Michele Emiliano, per «denunciare - dice - i disservizi e le inefficienze che continuano a verificarsi nel più grande ospedale pediatrico pugliese».