L’Ordine di Bari esprime solidarietà alla dottoressa aggredita a Catania

Anelli “Sulla sicurezza ora si passi dalle parole ai fatti.”

martedì 19 settembre 2017

Bari, 19 settembre 2017. ”Esprimo la mia vicinanza umana alla dottoressa aggredita e la mia solidarietà professionale al collega Massimo Buscema, Presidente dell’Ordine dei medici di Catania. Spero che questo ennesimo, drammatico caso di violenza, arrivato alla ribalta delle cronache nazionali, serva almeno a smuovere la politica affinché prenda provvedimenti per la messa in sicurezza dei presidi territoriali”. Commenta così la notizia del caso di aggressione alla guardia medica di Catania Filippo Anelli, Presidente dell’OMCeO di Bari, che aveva lanciato prima dell’estate una campagna di comunicazione shock proprio sulla sicurezza dei medici, in cui si mostrava il volto tumefatto di una giovane donna in camice bianco.
In un incontro del 5 Settembre scorso con gli Ordini dei medici pugliesi, il Presidente Emiliano si era impegnato affinché si costituisse l’Osservatorio regionale sulla sicurezza, che i rappresentanti della professione chiedono da tempo come luogo in cui registrare e analizzare i casi di aggressione, in modo da individuare i fattori di pericolosità e proporre soluzioni finalizzate alla tutela della sicurezza degli operatori sanitari.
Inoltre, sul fronte sicurezza delle sedi di guardia medica, in quella stessa occasione gli Ordini avevano concordato di procedere con la sperimentazione – inizialmente in alcune località per poi essere esteso a tutto il territorio - di un nuovo modello per la continuità assistenziale che preveda poli unici nel periodo di reperibilità notturna. Dopo le 22.30 – quando cioè nel modello attuale le sedi di guardia medica chiudono al pubblico ed è prevista la reperibilità telefonica per visite domiciliari - i medici in servizio saranno aggregati in un polo unico presso gli ospedali o le sedi ASL di zona da dove effettueranno il triage telefonico e risponderanno alle chiamate dei pazienti per le visite domiciliari. Questo consentirebbe di superare i rischi cui vanno incontro i medici della continuità assistenziale – tra cui molte sono donne. Inoltre, il modello che dovrebbe essere sperimentato prevede che i medici di continuità assistenziale in visita domiciliare nelle ore notturne siano accompagnati da un operatore di assistenza di Sanitaservice che avrà una funzione deterrente e di tutela della sicurezza.
“Urge mettere in atto al più presto il ripensamento del modello di continuità assistenziale. Ma chiediamo anche che i Direttori Generali forniscano subito il DVR, previsto per legge, che valuti sicurezza e dignità funzionale delle sedi di guardia medica e di tutti i presidi territoriali, molti dei quali si  trovano in condizioni indecorose” - conclude Anelli.