"Un paziente mi ha minacciata con il fucile"

Lavorare in guardia medica e convivere con la paura

mercoledì 15 novembre 2017

Repubblica Bari

Dopo l'aggressione a Statte e la violenza di Trecasta-gni, in provincia di Catania, ancora un caso in Puglia del quale è stata vittima una giovane dottoressa in servizio alla guardia medica di Foggia. Che, giunta in visita a casa di un paziente psichiatrico 65enne, si è ritrovata puntato addosso un fucile. L'episodio è avvenuto il pomeriggio di domenica scorsa. «Eravamo stati contattati dal 118 che, non avendo medici liberi a disposizione, chiedeva il nostro intervento per poter sedare un paziente psichiatrico che aveva deciso di suicidarsi» racconta la dottoressa che preferisce, a sua tutela, chiudersi nell'anonimato. «Quando andiamo in visita domiciliare usciamo sempre in due, così io e la mia collega ci siamo recate al domicilio del paziente dove c'era già il 118 con infermiere e soccorritore. Abbiamo provato a convincerlo a seguirci in ospedale e, all'inizio, sembrava pure collaborativo: ci aveva chiesto solo di voler attendere il rientro della sorella che non sapevamo, tuttavia, fosse anche lei una paziente psichiatrica domiciliata in una struttura protetta». Era stata la donna, d'altra parte, a chiedere l'intervento del 118. «Fatto sta che la sorella è giunta dopo poco e, vedendo l'uomo in vestaglia e un po' dimesso, gli ha chiesto di sistemarsi un po'. Lui ha acconsentito ed è scomparso in un'altra stanza finché non vedendolo uscire siamo andati a cercarlo: è stato allora che ci ha chiesto di andare via per poi tirar fuori un fucile e puntarcelo addosso». È andata bene perché immediatamente lo stesso infermiere ha invitato il collega soccorritore e le dottoresse a fare quello che l'uomo intimava loro. «Siamo usciti di casa - ricorda la dottoressa - e abbiamo chiesto subito l'intervento delle forze dell'ordine. In pochi minuti è intervenuta la polizia che all'interno della casa ha trovato un'arsenale. Non solo un fucile, ma pure una pistola e munizioni. A un certo punto si è scompensata pure la sorella, col risultato che li abbiamo portati entrambi in ospedale e solo dopo abbiamo potuto sporgere denuncia». Ha avuto paura? «Abbastanza, in quel momento non sono riuscita a realizzare cosa stesse accadendo e l'infermiere è stato fortunatamente più pronto di me». E adesso? «Ora sono più spaventata, soprattutto non riesco a capacitarmi di come fosse possibile che avesse tutte quelle armi vista la sua patologia psichiatrica conclamata. Tanto più che ho scoperto che l'uomo era una vecchia conoscenza della guardia medica: sei anni fa si era fatto trovare da una mia collega nudo sul letto col fucile. Com'è possibile che nessuno gli aveva revocato il porto d'armi?». E proprio ieri sera, poi, la dottoressa 35enne è rientrata al lavoro in guardia medica. «Non è raro che da noi capitino soggetti pericolosi, ma almeno a Foggia abbiamo una guardia giurata. Il problema della sicurezza è grande e, nei centri più piccoli, siamo invece letteralmente indifesi»