Pos, contro sommerso e spread si torna a parlare di sanzioni per chi non ne dispone.

Si rincorrono voci sul ribasso dei costi delle commissioni per chi incassa attraverso il Pos, e soprattutto sanzioni per chi non si dota di lettore.

sabato 18 maggio 2019

Doctor News

Si torna a ipotizzare sanzioni per commercianti, professionisti, e per il professionista sanitario che non disponga di lettore Bancomat Pos al momento di chiedere l'onorario per una prestazione libero professionale. Giungono dalla maggioranza di governo giallo-verde voci secondo cui nel Movimento 5 Stelle si lavorerebbe per introdurre norme che abbassino i costi delle commissioni per chi incassa attraverso il Pos, e soprattutto sanzioni per chi non si dota di lettore. Obiettivo: far quadrare i conti con l'emersione del sommerso. In generale, il Pos ha costi che vanno da 300 a oltre 1000 euro annui; le cifre più alte riguardano gli esercenti con alto volume d'affari più che i professionisti. Oltre al costo dell'installazione e a quello del comodato d'uso, pesano le commissioni sulle operazioni che possono essere in percentuale sull'onorario (variabile a seconda delle banche interlocutrici della propria), o mensili tra 15 e 20 euro, o in importi precisi per ogni transazione, variabili a seconda delle carte utilizzate. 
Al Ministero dell'Economia è aperto "un tavolo sui sistemi di pagamento digitali". L'obbligo di dotarsi di lettore è previsto dalla legge 208/2015 (la Finanziaria 2016) che obbliga ad accettare pagamenti con carte di debito e credito a partire da 5 euro salvo casi di oggettiva impossibilità tecnica. Ma ad esso non corrispondono sanzioni. Uno schema di regolamento attuativo della Finanziaria 2016 del Ministero dello Sviluppo economico prevedeva multe 30 euro per ogni transazione rifiutata e 500 euro di multa per esercenti e professionisti sprovvisti e agganciava la disciplina all'articolo 693 del Codice Penale -che punisce il rifiuto di accettare monete con corso legale- ma fu bloccato da una decisione del Consiglio di Stato. Quest'ultimo nella sentenza depositata il 1° giugno 2018 ha ricordato che nessuna sanzione «può essere imposta se non in base alla legge». E in Italia nessuna legge ha fin qui fissato le sanzioni, né può farsi sostituire da un decreto ministeriale: per introdurre punizioni servono norme di rango più elevato, approvate dal Parlamento. 

L'Italia ha, al momento, circa 3 milioni di Pos installati, una volta e mezza il Regno Unito e il doppio di Francia e Germania ma le operazioni per terminale sono in media poco più di 1000 l'anno contro 7 mila in Uk e ben 14 mila in Olanda. Non solo. Malgrado l'aumento delle transazioni con carte prepagate (24,9 miliardi di euro nel 2017 contro gli 11,8 del 2013) e con smartphone, sono in calo i nostri trend nell'uso della moneta elettronica. Secondo il Cashless Society Index 2018 dell'European House Ambrosetti, l'indice cash intensity, che misura il livello della dipendenza di un'economia dal contante attraverso il rapporto tra moneta circolante e prodotto interno lordo, non si schioda dall'11,6-11,8%. Nel 2008 - quand'eravamo più ricchi -era al 7,8%. La gestione di monete e banconote inciderebbe per lo 0,5% sul Pil in termini di costi. Stanno come o peggio di noi gli altri paesi del Mediterraneo e dell'Est Europa. Tra le proposte del Rapporto, vietare alla Pubblica Amministrazione di accettare pagamenti in contanti entro 5 anni e incentivare operatori e consumatori che usino metodi alternativi al contante.

Mauro Miserendino