Team di bocconiani per il governatore Ruscitti rimane fuori
La squadra dei dirigenti: Gorgoni alla Sanità, Verri al Turismo, l'ex rettore Laforgia all'Economia
sabato 10 ottobre 2015

Lunedì è il giorno del giudizio per la giunta Emiliano: si mette in moto la macchina amministrativa, a distanza di quattro mesi dalle elezioni di maggio. La squadra (politica) del Gladiatore sarà chiamata a raccolta mezz'ora dopo le dieci del mattino per nominare i sei direttori di altrettanti dipartimenti, il dirigente dell'Antimafia sociale, il segretario generale del presidente. Nonché il commissario di Pugliapromozione, Carmelo Grassi, già al comando del Teatro pubblico pugliese. Resta ai box, invece, il boat people del Pd, che alla fine di novembre dovrebbe celebrare le elezioni primarie per scegliere il successore di Emiliano alla guida del partito. La stessa persona non può fare, come prevede lo statuto dei dem, il segretario regionale e il governatore.
È possibile tuttavia che il congresso sia rinviato a febbraio-marzo dell'anno prossimo. Nel frattempo a largo del Nazareno immaginano di cambiare la regola del gioco: le primarie, d'accordo, ma a cui potranno par-teciDare solo ali iscritti. Un ex rettore, tre bocconiani, un plurilaureato, un professore universitario sono, sulla carta, le teste d'ariete di lungomare Nazario Sauro. Reggeranno i sei dipartimenti (erano otto) che fanno prendere forma al nuovo modello organizzativo, ribattezzato Maia.
Alla Sanità, il salentino Giovanni Gorgoni, direttore generale di Asl Lecce, studi alla Bocconi. Come Paolo Verri, torinese, che dirige il comitato Matera 2019, destinato al Turismo. L'ex magnifico rettore dell'università del Salento, il barese Domenico Laforgia, è un ingegnere che sale sugli scudi dello Sviluppo economico. Un altro ingegnere. Barbara Valenzano, di stanza all'Arpa e custode giudiziario dell'Ilva, gestirà la Mobilità. All'Agricoltura va il docente dell'ateneo di Foggia, Gianluca Nardone. E c'è Lino Albanese, alle Risorse finanziarie: barese di Bitetto, lauree in Economia e Giurisprudenza, si tratta dell'unico super burocrate della vecchia guardia confermato dall'esecutivo di centrosinistra che succede a quelli di Nichi Vendola, il leader di Sei, rimasto in sella per dieci anni.
Ci sono anche due new entry, mobilitate per fare la differenza: il primo è il segretario generale della presidenza, Roberto Vernieri, leccese, il terzo bocconiano del pool di cervelli, che traghetta da Pugliasviluppo; l'altro è Stefano Fumarulo, "scoperto" dallo stesso Emiliano quando era sindaco di Bari e poi traslocato alla commissione parlamentare Antimafia prima di rientrare nel capoluogo pugliese, che condurrà l'Antimafia sociale, si occuperà di sicurezza e delle politiche per le migrazioni. Il "Maia" aveva visto la luce alla fine di luglio. Ma non era facile dargli un corpo e un'anima. All'indomani di una selezione a cui partecipano quasi settecento candidati, un vero e proprio X Factor fatto di curricula più o meno tutti di prim'ordine, la rosa dei prescelti prima di essere ufficializzata era stata trasmessa all'Autorità nazionale anticorruzione. Il "via libera" di Raffaele Cantone scioglie la matassa, e lascia fermo al palo il veneto Giancarlo Ruscitti, coinvolto nello scandalo del Mose, che dice addio alla Salute.