Influenza, picco in anticipo triplicati i casi a dicembre pronto soccorso in affanno

I pazienti hanno preferito rivolgersi ai pronto soccorso piuttosto che alle guardie mediche.

giovedì 28 dicembre 2017

Repubblica Bari

MARA CHIARELLI Sale, a picco, la curva epidemica dell'influenza e il pronto soccorso del Policlinico va in affanno, mentre le farmacie vengono prese d'assalto. Inatteso, quest'anno, il trend in rapida ascesa di due dei quattro ceppi influenzali, la cui punta massima era stata prevista fra un mese: «A oggi siamo a 59 mila pazienti a letto in tutta la Puglia - spiega Cinzia Germinario, responsabile dell'Osservatorio epidemiologico regionale - per sindrome siimi influenzale. Per dichiarare, senza ombra di dubbio, che si tratti di influenza, bisognerebbe sottoporli tutti a tampone faringeo». I dati derivano dal monitoraggio fatto da medici sentinella e dai reparti. «C'è una netta prevalenza dei ceppi H3N2 e B - aggiunge - ma non sono particolarmente aggressivi». Quel che sorprende è l'aumento del numero di pugliesi che, soprattutto nel ponte natalizio, sono finiti a letto con febbre alta, raffreddore e tosse. E i dati lo confermano: «Siamo passati da 1,3 casi ogni mille abitanti, nel report del 5 dicembre, agli attuali 5 casi ogni mille abitanti, praticamente triplicati». Ma niente allarmismi: c'è un solo ricovero, che si aggiunge all'84enne diabetico portato in ospedale nelle scorse settimane, e cioè una Seenne forte fumatrice, che però è già in netto miglioramento. «E poi, per comprendere il trend - dice Cinzia Germinario -bisogna vedere cosa accade nelle prossime settimane. Stiamo sorvegliando l'andamento per capire se continua a salire oppure se resta stabile. Di certo, siamo un po' in anticipo rispetto a quanto prevedevamo». Fondamentale, ribadisce l'esperta, è la vaccinazione, soprattutto per i casi più a rischio, come anziani e pazienti affetti da patologie gravi: «I ritardatari sono ancora in tempo, è importante farlo». Nel frattempo, proprio durante la tre giorni di feste natalizie, a fare le veci dei medici di famiglia sono state le farmacie, individuabili a distanza dalle lunghe file all'esterno. Terminati i giorni festivi, la folla si è spostata al pronto soccorso del Policlinico di Bari, dove nella giornata di ieri si è registrata un'affluenza fuori norma: alle 14 i pazienti in attesa erano 50, molti di più rispetto ai 30 che si registrano solitamente. Un dato che fa il paio con i 5 operatori (3 medici e 2 infermieri) ammalatisi anche loro, e la cui assenza ha contribuito a dilatare ancora i tempi. «Poverini - chiarisce la responsabile del reparto, Rossella Melodia - vengono a lavorare anche con la febbre. Il problema è che in molti aspettano il rientro dalle vacanze, si trascinano le malattie, per venire qui da noi. Un esempio? Oggi ho visitato un giovane che il 25 dicembre aveva avuto un incidente stradale». A costituire la misura maggiore delle presenze erano i codici gialli, quelli considerati di media gravità: 24 dei 50 in attesa, in particolare persone anziane con bronchiti in peggioramento, mentre altri 20 erano già stati visitati durante la mattinata. «Ogni anno è sempre la stessa situazione, anche se questa volta mi è capitata anche una pancreatite da sushi - sorride - Il problema è il vuoto assistenziale della medicina di base, che non è coperto dalla guardia medica. La tendenza è quella di bypassare la guardia medica e di venire da noi». Una questione probabilmente di scarsa fiducia nei presidi sul territorio: «Vengono al pronto soccorso e ci dicono che quelli della guardia medica non li conoscono e quindi non si fidano - afferma Rossella Melodia - Un peccato perché spesso si tratta di casi che potrebbero tranquillamente essere curati a casa. Nel loro e nell'interesse degli altri utenti del pronto soccorso». E intanto, la dirigenza dell'ospedale pediatrico Giovanni XXIII di Bari lancia acqua sul fuoco delle polemiche dei giorni scorsi per la situazione dello Scap: «Nella giornata di martedì ci sono stati 138 accessi di cui 63 attraverso Scap - fa sanere il subcommissario dell'a- zienda ospedaliera pediatrica, Antonello Del Vecchio - Questi dati sono fisiologici considerando che si trattava del terzo giorno festivo e del periodo epidemico di influenze e altre patologie virali. Infatti quasi l'80 per cento degli accessi sono stati codici bianchi. L'unico caso in cui un piccolo paziente è stato trattenuto più a lungo (oltre 4 ore) non è stato per attesa, bensì per osservazione, sfociato poi in un ricovero. I tempi di attesa com- plessivi tra l'attività del pronto soccorso e quella dello Scap, sono stati di circa 15-20 minuti. Anche questi assolutamente in linea con il periodo dell'anno».