«Il medico specializzando non può andare a lavorare»

Dottoressa condannata a restituire la borsa di studio

sabato 24 febbraio 2018

La Gazzetta del Mezzogiorno

BARI. Un medico in formazione di medicina generale non può svolgere contemporaneamente altra attività professionale, perché l'ammissione al corso comporta il dovere di partecipazione esclusiva. È sulla base di questo principio che a novembre i giudici della Corte dei conti pugliese hanno condannato una dottoressa di Molfetta, L.A.N., a risarcire alla Regione circa 30mila euro:l'importo della borsa che il medico aveva percepito attraverso la Asl. Il procedimento (l'accusa era condotta dal vice procuratore Carlo Picuno) era nato da un controllo della Finanza, che aveva accertato come la dottoressa, ammessa al corso di formazione specialistica per il periodo 2004-2006, avesse percepito nel primo anno compensi da attività di docenza in un istituto superiore e negli altri due compensi professionali dall'ente ecclesiastico Divina provvidenza di Bisceglie, presentando certificati medici per giustificare l'assenza dal corso di formazione. «Al fine di emettere un giudizio di colpevolezza - è scritto in sentenza - risulta sufficiente l'accertato contestuale svolgimento di attività lavorativa incompatibile, anche se, in tesi, svolta in periodi non concomitanti». Si tratta - è stato spiegato ieri durante l'apertura dell'anno giudiziario - della prima pronuncia in Puglia sulla questione delle borse di studio per i medici in formazione.