Medici di famiglia, il lavoro è duplicato. Brignoli (Simg): siamo al limite

I risultati di una indagine inglese pubblicata sul BMJ

sabato 15 dicembre 2018

Nel Regno Unito i medici di medicina generale prescrivono sempre più esami e il carico di lavoro ne risente: un articolo del British Medical Journal evidenzia una situazione che, come attesta Ovidio Brignoli, vicepresidente della Società italiana di medicina generale (Simg), è molto simile a quella italiana. Secondo Jack O'Sullivan della University of Oxford, primo autore dello studio, dal 2000 al 2016 i test di laboratorio, di imaging o miscellanei sono più che triplicati, passando da 14.869 a 49.267 per 10.000 persone all'anno.

I ricercatori britannici suggeriscono che, oltre alle aumentate richieste dei pazienti, alla base del fenomeno ci sarebbero alcuni cambiamenti apportati al servizio sanitario inglese, come l'accesso esteso alla diagnostica, lo spostamento dei servizi dall'assistenza secondaria all'assistenza primaria, e la maggiore attenzione alla gestione delle patologie a lungo termine.

«In Italia - riferisce Brignoli - negli ultimi dieci anni il lavoro del medico di medicina generale è praticamente duplicato, con un conseguente aumento degli esami prescritti. Siamo passati da 5000 accessi o contatti all'anno a 12mila; questo significa che c'è stata una maggiore richiesta di operatività, determinata in parte dalla burocrazia, in parte dall'aumentata consapevolezza dei pazienti, in parte dalla maggior presa in carico della cronicità».

Brignoli ricorda che nel nostro Paese il medico di medicina generale lavora nella maggior parte dei casi da solo, senza il supporto di infermieri o segretarie, «il che ha portato a un limite assoluto di saturazione professionale, che porta anche al rischio di commettere errori per la scarsità del tempo necessario per prendersi carico delle persone».

Secondo il vicepresidente Simg, dunque, «non serve aumentare i medici, come evocato da più parti, ma basterebbe che al medico di medicina generale venisse obbligatoriamente affiancato personale di tipo amministrativo e possibilmente anche personale sanitario, vale a dire una segretaria e un infermiere: in questo modo aumenteremmo tantissimo la capacità di presa in carico e, con una spesa molto minore rispetto all'aumento dei medici, potremmo rendere questo servizio molto più efficiente».

Questo allevierebbe il medico dall'onere di compiti burocratici che non sono stati ridotti dall'avvento dell'informatica: «pur facilitando il nostro compito per certi aspetti, l'informatizzazione lo ha reso per altri versi molto complicato: è necessaria una semplificazione degli aspetti procedurali amministrativi, perché ne siamo veramente sepolti e gran parte della nostra attività professionale è destinata a compilare moduli che non guarderà mai nessuno».