Anelli (Fnomceo): “Diritto alla salute è diritto di umanità, sia garantito a qualsiasi persona”

Va benissimo l’autonomia, ma non va bene dividere lo Stato e il suo servizio sanitario.

martedì 26 febbraio 2019

Va benissimo l’autonomia, ma non va bene dividere lo Stato e il suo servizio sanitario. Non abbiamo bisogno di cittadini di serie A e cittadini di serie B, e sono contento che il Ministro della Salute Giulia Grillo, il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il Vicepresidente Matteo Salvini abbiano richiamato proprio questa locuzione: “Non vogliamo cittadini di serie A e cittadini di serie B”. Vogliamo un servizio sanitario nazionale e unitario, che consideri le persone uguali, in qualsiasi parte del Paese vivano. Chiunque siano, chiunque calpesti il nostro suolo nazionale: perché il diritto alla salute non è solo un diritto di cittadinanza ma è un diritto di umanità, che spetta a qualsiasi cittadino, a qualsiasi persona”.

È tornato a parlare di autonomie regionali e Servizio Sanitario Nazionale il presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri (Fnomceo) Filippo Anelli. Lo ha fatto, dopo l’evento di sabato scorso che ha visto riuniti i 10 Ordini che rappresentano 31 professioni sanitarie e sociali, questa mattina alla Camera dei Deputati, a conclusione del suo intervento al Convegno organizzato dalla Federazione nazionale Ordini dei Tecnici sanitari di radiologia medica e delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione - con la partecipazione di FNOPI (infermieri) e FNOPO (ostetriche) – per celebrare i 20 anni della Legge 42/99, di riforma delle professioni sanitarie.

Professioni che, secondo Anelli, “rappresentano nel nostro paese una risorsa straordinaria”, tenendo insieme due valori: le competenze e l’etica.

Le competenze – ha specificato – perché per diventare professionisti c’è bisogno di un percorso formativo, e la formazione assicura qualità. Questo significa che ogni professione ha la sua autonomia, la sua peculiarità e la sua responsabilità, e le tre cose sono strettamente connesse. Noi, oggi, dobbiamo guardare a sviluppare sempre di più percorsi che portano a migliorare le competenze, ognuno nella sua branca, perché oggi questo nostro Servizio Sanitario Nazionale riesce a garantire, sebbene definanziato, indicatori di salute assolutamente ottimali”.

L’altro punto è quello dell’alleanza valoriale, etica: io credo che vada raccolto l’invito che oggi ha lanciato l’on. Garavaglia a difendere il SSN, perché noi siamo i professionisti della salute, ma siamo soprattutto i professionisti che rappresentano la realizzazione di un sogno, quello del diritto alla salute che non dipende dai soldi, dalle condizioni economiche o sociali, ma dipende dalla cittadinanza, dall’essere uomo – ha continuato Anelli - Noi siamo l’incarnazione di quel diritto, siamo coloro che oggi garantiscono quel diritto, non siamo i professionisti dello Stato ma i professionisti del cittadino, al servizio del cittadino. Lo Stato ci deve mettere nelle condizioni di poter svolgere questa azione e noi dobbiamo essere orgogliosi di questo ruolo di tutori di quella parte della Costituzione che richiama il diritto alla salute tra i diritti inviolabili dell’uomo. E allora, se siamo coloro che devono garantire questo diritto al cittadino dobbiamo anche fare una battaglia per un servizio che non può essere smantellato solo perché non ci sono risorse o per la spinta a renderlo più efficiente”.