"Paghiamo per farci accompagnare"

Violenze annunciate. Denunciamo da anni, ma non cambia mai niente

giovedì 16 novembre 2017

Ombretta Silecchia è una dottoressa che lavora in guardia medica a Corato e a marzo scorso ha messo a punto insieme alle sue colleghe un libro bianco per denunciare l'insicurezza nelle postazioni di continuità assistenziale. Ormai vi sentite sotto attacco. È così? «Sì, solo pochi giorni fa una collega di Foggia in visita domiciliare è stata minacciata con un fucile da un paziente psichiatrico. Gli episodi diventano sempre più terrificanti. Un bollettino di guerra lungo trent'anni con tre omicidi in guardia medica. Uno di questi è avvenuto in Puglia. Parlo di Maria Monte-duro, uccisa nel Salento nel 1999». Quali sono i problemi durante il turno di lavoro? «I problemi riguardano soprattutto le colleghe che lavorano in sedi isolate e coprono turni di notte. Come la sede di Noicattaro che è scandalosa perché si trova in piena campagna. In quei casi non servono a nulla le misure di sicurezza come telecamere e videocitofoni. Per questo la maggior parte di loro non va da sola ma si fa accompagnare». Da chi? «L'accompagnatore può essere il marito, il compagno, il fratello, un collega con cui ci si scambia un favore. Ma quando non è possibile, si paga un accompagnatore, una sorta di vigilante privato. In molti casi li scegliamo tramite passaparola fra colleghe. Paghiamo la loro presenza in sala d'attesa». Che cos'è il libro bianco? «Una raccolta di testimonianze e racconti nata da un'idea del presidente dell'Ordine dei medici di Bari, Filippo Anelli. Una raccolta di violenze fisiche o verbali, molestie, stalking. Da anni, per esempio, denunciamo la presenza di un molestatore seriale che gira fra guardie mediche in provincia di Bari». Avete inviato il libro bianco anche al presidente Michele Emiliano, ai prefetti e alle Asl. E cambiato qualcosa? «Credevamo in una svolta a settembre quando Regione e sindacati si accordarono per una riforma delle guardie mediche. Si attendeva la risposta dell'Anci. Non è mai cambiato niente».