No a un dottore nero

Cantù. Andi Nganso: mai tanta violenza, il clima oggi è più pesante

sabato 27 gennaio 2018

Unione Sarda

« No a un dottore nero » Paziente insulta il medico e lascia l'ambulatorio Andi Nganso, medico trentenne originario del Camerun [facebookj Cantù. «Lei è il medico? Allora me ne vado, io non mi faccio visitare da un negro». Ha usato proprio queste parole la donna che ieri, nell'ambulatorio della guardia medica di Cantù, si è trovata di fronte al dottor Andi Nganso, trentenne del Camerun laureato in Italia e in servizio da un anno nella cittadina brianzola. L'amarezza. «Ti ringrazio. Ho un quarto d'ora per bere un caffè», ha postato ironicamente il medico su Face-book. Ma non è riuscito a nascondere l'amarezza. «Da qualche tempo sento che il clima è diventato pesante. È i] sintomo di un malessere sociale che andrebbe governato non fomentato». Medico da due anni, il dottor Andi Nganso ha fatto esperienza come sostituto in diversi ambulatori e nei centri di accoglienza. «Spesso noto la sorpresa dei pazienti davanti a un medico nero, ma una reazione tanto violenta non l'avevo mai vista». La solidarietà. L'episodio è stato stigmatizzato dal presidente della Federazio- ne degli Ordini dei medici (Fnomceo) Filippo Anelli. «Il nostro codice deontologico afferma a chiare lettere che il medico ha il dovere di tutelare la vita senza discriminazione alcuna. Lo stesso ci aspettiamo dai pazienti». Indignazione viene espressa anche da Tommasa Maio, segretaria nazionale di Fimmg, «per questo grave episodio di razzismo che, purtroppo, non è il primo che viene segnalato». Silvestro Scotti, leader dei medici di famiglia della Fimmg e presidente dell'Ordine dei medici di Napoli, ha postato una sua foto con il viso scurito e la frase: «Vi comunico che sono un medico nero». 

Il commento del dott. Silvestro Scotti (Ordine dei Medici di Napoli) sulla sua pagina Facebook: Credo che l’episodio di Cantu sul rifiuto di una paziente di farsi visitare da un collega di colore descriva pienamente il degrado culturale di questo paese. Non è solo una questione di razzismo ma a mio avviso una evidente perdita dei valori fondamentali di riconoscimento di un ruolo professionale, sociale, umano e scientifico di un essere umano che si mette al servizio per la cura di un fragile o di una fragilità senza ne dover ne poter essere nemmeno lontanamente condizionato dalla sua o altrui razza, genere, orientamento sessuale, politico, religioso e chi più ne ha più ne metta. Io sono un medico non mi ricordo di che razza, non mi ricordo di che genere, non ricordo niente delle mie appartenenze di qualunque genere SONO UN MEDICO. E se serve a far capire allora oggi#sonounmediconero domani sarò forse giallo o rosso non mi interessa e credo che nessuno dei miei pazienti lo debba considerare perché io se sono un medico non lo considero MAI.