Carenza di medici: Emiliano sostenga la proposta Fnomceo

Si al finanziamento di 10mila borse di studio per specialisti e per la medicina generale

mercoledì 27 marzo 2019

Bari, 27 marzo 2019. “Togliere il numero chiuso a medicina non risolverebbe la carenza attuale di specialisti nel nostro territorio e finirebbe solo col far aumentare le fila di medici formati che emigrano al Nord o all’estero” - risponde così Filippo Anelli, Presidente Omceo Bari, all’ipotesi avanzata ieri dal Governatore Michele Emiliano di eliminare il numero chiuso alla Facoltà di Medicina.  “Al momento abbiamo diecimila medici “sospesi” in un limbo dovuto all’imbuto formativo: sono laureati ma non possono terminare la formazione e accedere al mondo del lavoro perché mancano le borse di specializzazione” spiega Anelli.     “Chiediamo al Presidente Emiliano di sostenere la proposta della Fnomceo all’interno della Conferenza delle Regioni e di chiedere al Governo un intervento straordinario per finanziare 10mila borse di studio per specialisti e per la medicina generale, introducendo il principio che ad ogni laureato in medicina debba essere garantito l’intero percorso formativo.” - puntualizza Anelli - “Chiediamo inoltre interventi per colmare le disuguaglianze di salute e lo sblocco dei contratti per rendere attrattivo il lavoro nel servizio sanitario nazionale ed evitare che i medici preferiscano il privato”.    Il recente sblocco del tetto di spesa per il personale, con la parametrazione sui livelli del 2018 aumentati fino a un massimo del 5%, è servito a dare ossigeno soprattutto alle regioni del nord. Non risolve però il problema della carenza dei medici soprattutto nel Meridione.     “Il ricorso ai medici in pensione, come sta avvenendo in Veneto, e ai medici stranieri è un pannicello caldo e non una soluzione.” - conclude Anelli - “Occorre invece prendere atto della gravissima carenza di medici e porre in essere un intervento straordinario che affronti efficacemente il problema, attraverso una stima dei fabbisogni degli specialisti e un finanziamento delle borse, in modo tale da metterci nelle condizioni, tra cinque anni, di avere una dotazione di personale adeguata ai bisogni di salute del nostro territorio.”