No vax, bufera sui manifesti Lorenzin manda i carabinieri

Comune contestato. A rapporto i responsabili della società. Decaro: "Non posso vietarli"

venerdì 05 gennaio 2018

La Gazzetta del Mezzogiorno

 La fotografia del manifesto no vax, affisso a pochi metri dalla stazione ferroviaria di Bari, è finita sul tavolo della ministra della Salute Beatrice Lorenzin. È stata lei da Roma a segnalare il caso ai carabinieri del Nucleo antisofisticazioni e sanità e, attraverso una delega orale, a disporre accertamenti e valutare l'eventuale presenza di rilievi penali. Come, a esempio, il procurato allarme o l'istigazione ad assumere comportamenti contra legem. Così ieri pomeriggio a Palazzo di città si sono presentati due ufficiali di polizia giudiziaria dei carabinieri del Nas per acquisire informazioni sulla ditta concessionaria dell'impianto di via Capruzzi su cui è stata affissa la pubblicità. A gestire la struttura, infatti, è una società privata: la Clear Channel spa. A cui oggi i militari chiederanno conto dei committenti del messaggio pubblicitario. A inviare alla ministra lo scatto della pubblicità e la notizia rimbalzata su tutti i siti è stato proprio il sindaco di Bari Antonio Decaro. «Il Comune non ha alcun titolo a svolgere una verifica preventiva dei messaggi pubblicitari, né per gli impianti comunali, tanto meno per quelli privati - ha spiegato il primo cittadino che su Facebook è stato bersagliato sia di insulti dai prò vaccini, sia di encomi da parte dei no vax - Sarebbe lesivo della libertà di espressione e di quella economica. Ovviamente, chi espone un messaggio ne è responsabile. In questo caso ci si può rivolgere alla magistratura ordinaria o agli organismi di autodisciplina pubblicitaria. Io ho inviato tutto alla ministra per le valutazioni del caso». Nessun potere di censura per ramministrazione comunale che si limita solo all'autorizzazione degli impianti pubblicitari, senza alcuna valutazione preventiva dei messaggi. D'altronde, in caso di illeciti, l'intervento spetta alla magistratura mentre in caso di violazioni del codice di autoregolamentazione pubblicitaria esiste il garante con potere di intervento. Saranno ora i carabinieri del Nas, su delega ministeriale, a stabilire se c'è stato o meno un reato attraverso l'affissione. È al sindaco, tuttavia, sollecitato da docenti e ricercatori dell'istituto di Igiene del Policlini- co di Bari, che si è rivolto il consigliere comunale di centrodestra Fabio Romito (gruppo misto) con una interrogazione urgente per chiedere la rimozione dei manifesti pubblicitari: "Blocchi la campagna pubblicitaria in quanto in contrasto con le ultime disposizioni di legge in materia". Il riferimento è all'obbligo vaccinale approvato con decreto legge a giugno scorso. I primi a promuovere la rivolta social contro il manifesto no vax sono stati proprio i pediatri, gli igienisti e i docenti baresi. «La migliore risposta ai leoni da tastiera, però, è quella continuare a fare informazione seria - osserva il primario di Neonatologia del Policlinico di Bari e presidente regionale della Società italiana di pediatria, Nicola Laforgia - Con il Comune di Bari stiamo avviando una collaborazione per svolgere incontri negli asili e nelle scuole materne. Il messaggio pubblicitario, che definirei delinquenziale, in maniera subdola ingenera paura e sospetto utilizzando appositamente determinate espressioni come effetti collaterali gi-avi. In realtà quando si parla di effetti collaterali gl'avi, si dice qualcosa di diverso dalle reazioni avverse che nel 90 per cento dei casi provocano solo febbricole e piccolo gonfiore al braccio». Secondo Laforgia, però, il miglior vaccino contro la disinformazione non è la censura. «Contro questi è inutile battagliare sui social né conviene fare il Minculpop, censurare potrebbe ottenere un effetto contrario e potrebbe far pensare a chissà quali oscure manovre. Finché non si va contro la legge, a questa controinformazione bisogna rispondere con l'informazione vera, parlando con tutti senza pregiudizi». Il pediatra Laforgia "Inutile battagliare sui social contro chi è contro i vaccini: l'unica risposta è un'informazione seria"