Convenzioni, ecco atto d'indirizzo. Medici premiati su risultati ottenuti

Il 30% del compenso andrà assegnato con meccanismi premiali basati sulla qualita dell'asssistenza

venerdì 28 luglio 2017

Fonte: Doctor News

Non solo Aft e Uccp, ma anche Pai e piano di cura. I medici di famiglia dovranno familiarizzare con nuove parole nella prossima convenzione: lo afferma l'atto di indirizzo per la medicina convenzionata che riguarda medici di famiglia, pediatri e specialisti ambulatoriali. L'atto è stato annunciato dal presidente del comitato di settore Massimo Garavaglia, in concomitanza con l'uscita anche dell'atto di indirizzo del comparto dipendenza: la conferenza delle regioni ha licenziato il testo ufficiale ventilato giorni fa pure dall'agenzia Sisac con cui i sindacati medici discutono i contratti.

La terza versione dell'Atto dopo quella del 2014 e l'integrazione del 2016 tiene conto delle tante novità legislative intercorse nell'ultimo anno: il piano nazionale per le cronicità, all'origine di svolte organizzative epocali in regioni come la Lombardia (gestori al fianco dei mmg); il piano nazionale di prevenzione vaccinale; i nuovi livelli essenziali di assistenza con le norme sull'appropriatezza prescrittiva; la legge sulla responsabilità.

Dal piano nazionale cronicità entrano tra i compiti dei medici di famiglia la redazione dei piani assistenziali individuali e quella i piani di cura personalizzati per razionalizzare l'assistenza ai malati cronici. Entrano poi le inoculazioni di vaccini praticate nello studio del medico di famiglia in raccordo con i servizi vaccinali delle Asl, ma la remunerazione non sarà più per singola immunizzazione bensì legata alla copertura vaccinale ottenuta dal medico. I medici dovranno partecipare ai percorsi di prenotazione in cui si distinguono le prime visite dai follow up; alla promozione a livello regionale di coordinamenti tra medici e pediatri anche con le centrali dei numeri unici 116-117 per evitare accessi impropri ai pronti soccorso.

I sindacati avevano chiesto non solo l'adeguamento della convenzione nazionale a Lea, piano cronicità e piano vaccini ma anche misure per ovviare allo spopolamento della medicina generale. Il comitato di settore prende atto che entro il 2026 il 60% dei mmg ora in forza al sistema sanitario avrà raggiunto i 70 anni e dovrà andare via e vanno messi in campo sforzi per il rimpiazzo. Occorre dare più libertà alle regioni nel programmare i bisogni, nel manovrare su massimale e ottimale, in particolare va previsto l'innalzamento del carico di assistiti in presenza di "modelli multiprofessionali (le Uccp?) e ben strutturati" dove i mmg hanno a disposizione personale e strumenti. Altro strumento su cui fare leva, l'accesso alle graduatorie, che va velocizzato.

Lo stesso ruolo unico -pari dignità tra medici di assistenza primaria e continuità assistenziale -non si potrà attivare a livello nazionale: occorrerà anzitutto tenere conto delle differenze nelle singole regioni tra contingenti di medici pagati a scelte e di medici pagati ad ore.
Cambieranno anche i criteri di assegnazione del compenso: 30% andrà assegnato con meccanismi premiali che offriranno un forfait in funzione della qualità dell'assistenza offerta ai cittadini (cronicità, vaccinazioni, accessi evitati a PS); verrà superato il pagamento a prestazione. Ogni Asl dovrà alimentare un Fondo per la remunerazione dei fattori produttivi, ma il grosso dei quattrini verrà dal bilancio dello stato.

A tal proposito, l'Atto ricorda che gli aumenti della convenzionata sono allineati a quelli della dipendenza e che lo 0,4% del monte salari dovrebbe tradursi in un aumento dello 0,36% calcolato sul monte salari per il 2016, dell'1,09% in più per il 2017 e dell'1,45% in più nel 2018. Per le convenzioni dovrebbe venire in aiuto quanto il Ministero dell'Economia ha chiesto alle Regioni di accantonare: tra 2011 e 2015, anni di blocco contrattuale, le regioni dovrebbero aver messo in salvadanaio per le nuove convenzioni uno 0,75% del costo salari desunto dal modello CE di rilevazione dei costi di Asl e ospedali (uno 0,5 nel 2010) e sulla quota dello 0,75% del 2016 devono iniziare a calcolare uno 0,36% di aumento ulteriore.


Mauro Miserendino