Telecardiologia, la Regione pagò troppo per il servizio

556mila euro chiesti (per due anni) a fronte di una seconda equipe di medici

venerdì 27 aprile 2018

La Gazzetta del Mezzogiorno

La società Cardio On Line, che fino al 2015 gestiva per conto della Regione il servizio di telecardiologia (gli ecg effettuati a bordo delle ambulanze del 118) «non aveva titolo per incrementare i componenti dell'equipe e quindi pretendere il relativo maggior corrispettivo, inserendolo in fattura, senza aver prima ricevuto la richiesta della Regione». È quanto ha stabilito il Tribunale di Bari, che nel respingere le richieste dell'ex appaltatore ha sostanzialmente confermato il punto intorno a cui ruota tutta la vicenda: e cioè che la Regione ha pagato per il servizio più di quanto avrebbe dovuto. Cardio On Line chiedeva infatti i 556mila euro che la Regione aveva trattenuto nel 2014 per compensare i maggiori costi fatturati dalla società a fronte dell'utilizzo di una seconda equipe di cardiologi e tecnici. La verifica fatta all'epoca dagli uffici, che portò l'assessore Elena Gentile a mandare le carte in Procura, aveva infatti accettato che la seconda equipe (prevista dal contratto al superamento dei 180 ecg al giorno) esisteva solo sulla carta. Una posizione confermata dal giudice Raffaella Simone, che ha anche condannato Cardio On Line a pagare le spese legali alla Regione (avvocato Alessandro Amato). Una perizia disposta dal Tribunale e svolta dal professor Vittorio aveva del resto già chiarito che da giugno 2010 a maggio 2012 la Regione aveva pagato tra i 20.583 e i 6.333 euro al mese in più rispetto ai servizi forniti. La seconda equipe costava 38mila euro al mese in più, e - secondo la sentenza - la Regione non l'aveva mai richiesta: dunque oggi, almeno per il periodo non coperto da prescrizione, l'assessorato dovrebbe procedere al recupero delle eventuali somme erogate in eccesso (pena il danno erariale). Il servizio, lanciato con ima sperimentazione durata dal 2004 al 2007, oggi è svolto in-house da una centrale operativa del Policlinico di Bari che sfrutta una tecnologia digitale. Per 10 anni è stato invece utilizzato un sistema di derivazione israeliana che trasmetteva i segnali in forma analogica, via cellulare. L'ultimo contratto quinquennale firmato ad aprile 2010 è costato alla Regione 1,2 milioni l'anno (lOOmila euro al mese più Iva), oltre ai 556mila euro per la seconda equipe che - ha detto il Tribunale - non erano dovuti: la Regione ha appunto trattenuto le somme relative al periodo giugno 2010-maggio 2012, ma restano da esaminare almeno altri tre anni. La vicenda potrebbe dunque non essere chiusa. Il processo civile ha per il momento stabilito che, così come aveva ritenuto la Regione in sede di revisione, il servizio era stato svolto con un solo cardiologo dipendente (gli altri professionisti, tra cui la figlia del direttore generale dell'Ares, cioè del signore che avrebbe dovuto controllare l'appalto, erano pagati a consulenza) e che anche per il periodo per il quale Cardio On Line sosteneva di aver attivato la seconda equipe i turni di lavoro risultavano coperti solo per il personale tecnico: avendo dovuto lavorare su una documentazione contabile incompleta, alla fine anche il Ctu ha accettato i calcoli effettuati dalla Regione sulla base di una lettera della stessa Cardio On Line.