Asl, la Puglia promossa per l'assistenza

Dopo la bocciatura 2015, nel 2016 la Regione torna «adempiente: «È il primo anno di Emiliano da assessore»

venerdì 30 marzo 2018

La Gazzetta del Mezzogiorno

BARI. La sanità pugliese ha chiuso in lieve attivo i conti del 2017, ottenendo un miglioramento sulfronte della qualità dell'assistenza. Il tavolo di verifica romano con i ministeri dell'Economia e della Salute fornisce dunque un risultato importante per la Puglia: oltre ai4,4 milioni di attivo certificati delle Asl, è arrivata infatti la conferma di quanto già si sapeva sulla griglia Lea. Nel 2016, infatti, la Puglia ha ottenuto 169 punti, 14 in più rispetto al 2015, grazie ai quali la Regione è stata classificata come «adempiente» rispetto ai Livelli essenziali di assistenza, n giudizio per l'anno precedente era, come noto, negativo. «Il messaggio più importante - dice il capo del dipartimento Salute, Giancarlo Ruscitti - è che i conti sono stati messi a posto ma senza sacrificare la qualità dell'assistenza che, anzi, continua a recuperare posizioni». La griglia Lea è un insieme di indicatori che riguarda diverse prestazioni, dai ricoveri ai vaccini, dagli screening alla riabilitazione: in un anno la Puglia ha recuperato sul fronte dell'inap-propriatezza dei ricoveri e dell'assistenza ter- ritoriale. «Vuol dire - spiega Ruscitti - che abbiamo ridotto il numero di ricoveri inappropriati, aumentando allo stesso tempo gli esiti». Resta critico il livello degli screening oncologici, sui quali tuttavia la Regione ha messo in atto una serie di interventi. Il punteggio minimo (la soglia) per essere considerati adempienti è di 160 punti: la Puglia la aveva già superata per il 2014, salvo poi fare un passo indietro l'anno successivo. 1169 punti del 2016, fa notare il commissario straordinario dell'Ares, Giovanni Gorgoni, sono il livello più alto mai raggiunto da quando esiste la griglia Lea: «È il primo anno intero di gestione Emiliano da assessore alla Salute». Ieri a Roma si è parlato anche di conti. La Regione ha dimostrato di aver raggiunto l'equilibrio tra costi e ricavi, anche grazie a un risparmio di 34 milioni sulla spesa farmaceutica: è l'effetto delle 13 delibere che hanno dettato regole più stringenti per l'utilizzo di determinate specialità. Allo stesso tempo, si è incrementata la spesa per il personale, di 10 milioni, in conseguenza delle nuove assunzioni che (dopo il via libera dei ministeri) hanno superato il blocco del turn-over. Sempre sulfronte dei farmaci, non essendo stato ancora sbloccato il meccanismo del payback (la quota che le case farmaceu- tiche restituiscono alle Regioni a fine anno), la Puglia ha deciso di costituirsi nel contenzioso già aperto nei confronti dell'Aifa: il rischio è infatti che per il 2018 vengano congelate somme destinate a investimenti o assunzioni, o che addirittura ci siano sopravvenienze passive. Ieri i ministeri hanno esaminato anche gli adempimenti previsti dal Piano di rientro. Anche in questo caso, secondo la Regione, l'esito dell'esame è stato positivo sui fronti dell'assistenza, della prevenzione e dell'organizzazione territoriale: i ministeri hanno chiesto che la Regione potenzi la struttura burocratica dell'assessorato per proseguire nell'attuazione delle misure previste dal Piano operativo (il commissariamento «soft» cui la Puglia sarà sottoposta per un altro biennio). Tra le criticità pugliesi continua a figurare il tema degli appalti e in particolare delle gare centralizzate: tuttavia, fa notare la Regione, sono stati superati i controlli dell'Anac sulle forniture e sull'utilizzo delle convenzioni Consip