Daspo anche per gli ospedali «Basta aggressioni ai medici»

La ministra della Salute Grillo annuncia la stretta

giovedì 20 settembre 2018

L'Avvenire - Viviana Daloiso

Prende finalmente forma la stretta contro le aggressioni ai medici, tanto invocata data l'allarmante impennata di episodi di violenza negli ospedali e addirittura sulle ambulanze. Che nell'ultimo anno ha visto coinvolti - questi i dati resi pubblici appena qualche giorno fa dagli Ordini dei medici - la metà degli operatori sanitari. Il governo sta pensando di estendere alle strutture sanitarie il "daspo" urbano, misura contenuta nel decreto legge in materia di sicurezza pubblica di prossima emanazione e che prevede l'allontanamento e il divieto di accesso in determinate strutture. L'annuncio è arrivato direttamente dalla ministra della Salute, Giulia Grillo, che ne ha parlato rispondendo alla Camera proprio su questo tema. Grillo ha spiegato che, dopo il parere positivo della Conferenza Stato-Regioni, sta per arrivare in Parlamento il disegno di legge presentato in Cdm l'8 agosto scorso. E che, centrato sulle e-sigenze di sicurezza, esclude però l'ipotesi avanzata da più parti - dai sindacati dei medici alla Federazione degli Ordini - di conferire lo status di pubblico ufficiale anche ai camici bianchi. Una misura, era stato spiegato, che serviva a rendere il reato perseguibile d'ufficio e non solamente dietro denuncia. La ministra ha spiegato che l'equiparazione dei medici ai pubblici ufficiali trasformerebbe il la- Appena incassato l'ok della Conferenza Stato-Regioni il disegno di legge approderà in Parlamento. «Ci sarà una specifica aggravante a carico di chi commette i reati, così si potrà procedere d'ufficio» voro sanitario in una «funzione esorbitante», un esercizio ancora più gravoso. «Il personale medico e sanitario si vedrebbe addossare anche un insieme di oneri ed incombenze, connessi alla funzione di pubblico ufficiale, non coerenti, o comunque esorbitanti rispetto al proprio ruolo», ha detto. E ha anticipato che per «accrescere la deterrenza si è pensato all'introduzione di una specifica circostanza aggravante a  carico di chi commette un reato in danno degli esercenti le professioni sanitarie». Una via insomma che potrebbe consentire al legislatore di stabilire che la magistratura proceda comunque automaticamente rispetto a questo tipo di reati. «Se così fosse, potrebbe andare bene», ha commentato il presidente della Federazione degli Ordini dei medici e odontoiatri (Fnomceo) Filippo Anelli, ribadendo quanto sostenuto anche nei giorni scorsi: «È finito il tempo delle parole, questo è il tempo di dare risposte». Dal canto suo, la segretaria del Sindacato medici italiani (Smi) Pina Onotri ha commentato che «si stanno facendo degli importanti passi avanti». «L'obiettivo - ha aggiunto - è che la figura del medico sia tutelata e che le aziende sanitarie applichino la normativa vigente sulla sicurezza anche quando si tratta di medici convenzionati». Proprio ieri è stata resa pubblica l'accorata lettera scritta proprio alla ministra Grillo da Serafina Strano, la dottoressa aggredita e violentata mentre svolgeva il turno di Guardia medica a Treca-stagni, in provincia di Catania, esattamente un anno fa. «Sono passati 365 giorni dall'alba del 19 settembre 2017 ma le mie colleghe e i miei colleghi, in tutta Italia, o quasi, rivedono la luce del nuovo giorno, dopo aver trascorso in piena solitudine una lunga notte di lavoro, dalle vetrate degli ambulatori di Guardia medica: i tuguri, vergogna del Sistema Sanitario Nazionale» esordisce la dottoressa. L'accusa è forte e chiara: «Di sostanziale - continua - nell'organizzazione del servizio sino ad oggi non è cambiato nulla, non sono stata risarcita per il danno subito, il mio aggressore è stato processato ed è in carcere, ma i corresponsabili delle violenze che ho subito sono più o meno al loro posto, sono in attesa che siano chiamati in causa dalla magistratura». Di qui «il mio appello, sempre più disperato, - conclude la lettera- non mi deluda, abbia compassione».