Farmaci innovativi, Scotti: no a prescrizione solo a specialisti

Altra richiesta dei medici di famiglia al governo: tre miliardi in più, anziché uno solo, nel Fondo sanitario nazionale

mercoledì 03 ottobre 2018

Doctor News

Diabete, asma, Bpco: le prescrizioni dei farmaci innovativi devono essere appannaggio anche dei medici di famiglia, i quali sul tema hanno "necessità di risposte" dall'Agenzia del farmaco e dal Governo e se non le avranno scenderanno in piazza con i cittadini. Lo afferma Silvestro Scotti, segretario Fimmg, nella relazione al 75° congresso a Chia (Cagliari). «Nell''ultimo anno nei rapporti con Aifa abbiamo chiarito le nostre intenzioni rispetto a un abuso che si è fatto in questo Paese di piani terapeutici a prescrizione esclusivamente specialistica. Abbiamo chiesto i flussi di dati sull'appropriatezza prescrittiva dei piani terapeutici e sulla sicurezza nell'uso dei farmaci (a prescrizione specialistica ndr), ragione di limitazioni, quest'ultima, che a questo punto dovremmo dire ''apparente''. Siamo fiduciosi che il lavoro di questo ultimo anno con Aifa cominci a produrre qualche effetto». Scotti sottolinea che i Mmg non accettano di essere visti come ancillari agli specialisti su farmaci per le cronicità quando poi il sistema misura loro le performance su questi malati proprio puntando sul fatto che i rapporti fiduciari persistono per anni.

Altra richiesta dei medici di famiglia al governo: tre miliardi in più, anziché uno solo, nel Fondo sanitario nazionale. «Il fatto che sia stato deciso di alzare la soglia del deficit dovrebbe generare la legittima aspettativa di un incremento significativo». Ma «il miliardo di cui si è parlato sarebbe inferiore all''1% del Fondo sanitario nazionale attuale, meno della metà di quanto richiesto dalle Regioni, e si allargherebbe ancora la forbice con gli altri paesi che negli ultimi anni nell'Europa occidentale sono cresciuti di oltre il 3% annuo». Per stare al passo l'Italia necessiterebbe oltre 3 miliardi. In ogni caso, se il rifinanziamento fosse inferiore al tasso di crescita del Pil, la diminuzione dell'incidenza della sanità pubblica che si genererebbe sul Pil «non potrebbe che essere letta come un segnale di insufficiente impegno della politica per la sanità». Ma dove investire? «Abolire i ticket assorbirebbe tutte o gran parte le risorse, anche nelle ipotesi più favorevoli. Considerando l'avvento delle terapie innovative la questione di fondo rimane quale sarà la parte di investimento riservata all'assistenza primaria, sapendo che oggi rispondere ai nuovi bisogni di una popolazione longeva passa necessariamente per l'investimento nella presa in carico dei pazienti». Scotti osserva come dall'innalzamento al 2,4% del Pil della soglia del deficit ci si dovrebbe attendere «un incremento significativo per la sanità pubblica». Con lui pare indirettamente d'accordo il ministro della Salute Giulia Grillo nel suo videomessaggio ai delegati: «Tutta la parte di bilancio statale utilizzata per la sanità è un investimento sul nostro presente e sul nostro futuro». Grillo ribadisce disponibilità e impegno del governo. «In questi giorni -dice- sono a Roma per ottenere il massimo nella futura legge di Bilancio per un servizio sanitario che a me, e a noi, sta moltissimo a cuore. Ritengo fondamentale il medico di medicina generale, è la porta di ingresso alla sanità di tutti noi cittadini e pazienti».

Terzo tema chiave la formazione. Grillo ricorda che «con l'aiuto delle Regioni» sono state recuperate 840 borse di studio per 2.093 futuri Mmg, raddoppiando l'accesso al corso di formazione, «con 40 milioni che noi riteniamo essere un investimento e non una spesa». Per sostenere il rinnovo dei contratti di specialità e delle borse, l'assessore piemontese Antonio Saitta rappresentante delle regioni, chiede ora al governo di vincolare una quota del Fondo sanitario nazionale, come avvenne due anni fa creando un fondo ad hoc per i farmaci innovativi. Per il presidente degli Ordini Filippo Anelli è un'idea interessante, «che consentirebbe da subito di favorire l'accesso di nuovo personale medico e sanitario nel Ssn». Anelli ribadisce la richiesta «di eliminare gli attuali tetti per le assunzioni (equivalenti alla spesa storica del 2004 ridotta dell'1,4%), vincolando l'impiego delle risorse solo al reale fabbisogno di professionisti». 

Mauro Miserendino