Medici, il 10 novembre la protesta dei sindacati

L'opposizione: con Emiliano ospedali allo sfascio In Consiglio seduta monotematica sul riordino

lunedì 23 ottobre 2017

La Gazzetta del Mezzogiorno

Venerdì 10 novembre scenderanno in paizza, dinanzi alla sede del consiglio regionale, i sindacati dei camici bianchi Aroi, Anaao, Cimo, Cisl Medici, Fassid, Fimmg, Sbv, Smi, Sumai, Uil Medici e Ussmo, in concomitanza con la seduta monotematica sulle «Linee di indirizzo di politica sanitaria. Stato di attuazione delle alternative alle dismissioni ospedaliere», così come richiesto da alcuni consiglieri di maggioranza.«Il 10 novembre è una data che rutti i pugliesi si dovrebbero appuntare sulla propria agenda. In questi ultimi due anni ci sono stati momenti nei quali pensavamo che eravamo quasi gli unici a sostenere che la sanità in Puglia aveva fatto capitomboli indietro rispetto a un decennio già da dimenticare. Per questo - dice Ignazio ZiUlo, capogruppo DiT -sapere della mobilitazione di chi opera nella Sanità quotidianamente è per noi motivo di grande stimolo alla nostra battaglia politica contro Emiliano e il suo modo di gestire la delega che lui ha voluto tenere per sé, quella alla Sanità». Sarà - annuncia - «una gran bella lezione per Emiliano: noi all'interno dell'aula consiliare non gli risparmieremo nulla delle scelte sbagliate di questi due anni, mentre all'esterno i medici manifesteranno fuori dalla sede del Consiglio Regionale. A questo punto Emiliano non potrà più far finta di non sentire: l'auspicio è che capisca come ha ridotto la sanità pugliese e decida se vuole fare seriamente l'assessore alla Sanità oppure nominare imo che si occupi 21 ore su 24 della salute dei pugliesi, così lui può continuare tutte le scalate politiche e partitiche che vuole. Ma non sulla nostra pelle». Secondo Zullo «ssarà fatto il primo vero bilancio di oltre due anni. I pugliesi hanno potuto godere di un sostanziale cambiamento oppure si sono trovati in un girone dell'Inferno peggiore? Hanno pagato meno ticket e superticket? Sono riusciti a prenotare visite diagnostiche in pochi giorni? Hanno trovato posto in ospedale? Hanno trovato cure e assistenze migliori nei presidi territoriali? Siamo convinti che da soli non ce la facciamo a dare uno scossone al presidente perché si risvegli dai sogni di carrierismo e si accorga che i pugliesi con la sua Regione stanno vivendo in un incubo». Le opposizioni, com'è evidente, sono intenzionate a cavalcare la protesta che arriva dal sistema sanitario. Lo DIT Ignazio Zullo conferma AntoneUa Laricchia (M5S), che ha chiesto ad Asl e Aziende Ospedaliere pugliesi im elenco delle consulenze e degli incarichi affidati a professionalità esterne negli ultimi tre anni. «L'obiettivo - dichiara - è una riduzione graduale delle consulenze esterne e quindi di sprechi. Abbiamo chiesto di fornirci un elenco comprensivo dei costi sostenuti, e copia degli atti da cui emergano le motivazioni che hanno indotto l'azienda a ricorrere all'esterno. Analizzeremo la documentazione che ci perverrà e terremo aggiornati i pugliesi sugli esiti». A darle man forte, la richiesta del consigliere del M5S Marco Galante di audizione del Presidente dell'Autorità Nazionale Anticorruzione Raffaele Cantone nella Commissione regionale di studio e d'inchiesta sul fenomeno della criminalità organizzata in Puglia, per richiedere chiarimenti sulla deliberazione n. 831/16 con cui l'Anac ha ribadito che la rotazione dei dirigienti deve interessare «tutto il personale, addirittura comprendendo quei Primari che non ricoprono ruoli clinici ma solo gestionali. Negli ultimi mesi, invece, è emersa un'applicazione disomogenea e parziale della nonnativa nelle Aziende sanitarie pugliesi». Bordate sulla Regione arrivano anche dal Parlamento. «Il presidente della Puglia rivendica più risorse a valere sul fondo di coesione, per settori strategici come infrastrutture e sanità, ma poi alla prova dei fatti presenta un biglietto da visita sul fronte della governance assolutamente deludente. Solo qualche settimana fa -ricorda Luigi D'Ambrosio Lettieri, senatore DiT - i punteggi assegnati alle regioni italiane dal Ministero della Salute in relazione ai dati 2015 sui livelli essenziali di assistenza ci hanno consegnato non solo un'Italia spaccata in due, dove risiedono cittadini di serie A e cittadini di serie B, ma una Puglia che addirittura peggiora, soprattutto in aree di particolare rilevanza come la copertura vaccinale, la prevenzione con gli screening oncologici e l'appropriatezza dell'assistenza ospedaliera. Se, dunque, da una parte, c'è effettivamente un problema che riguarda fondi insufficienti, tagli lineari alla sanità e criteri di riparto delle risorse assolutamente iniqui e inadeguati, dall'altra parte vi è anche un serio problema di deficit eh governance e competenze»