Cosi' la nostra sanità diventerà confortevole

E' questo lo scopo del progetto "Ho-spitality" presentato ieri mattina dal governatore Michele Emiliano

giovedì 01 novembre 2018

Corriere del Mezzogiorno (Francesco Strippoli)

Dal pronto soccorso all'accettazione, sarà più comodo e confortevole l'accesso dei pazienti bari Uno sforzo professionale ed estetico per rendere più facile e confortevole l'accesso alle strutture sanitarie. È lo scopo di «Hospitality», il progetto presentato ieri, con grande spiegamento di presenze, dal governatore Michele Emiliano. Si tratta di un programma per così dire interdisciplinare, per questo è necessario il contributo dell'agenzia Asset (sviluppo eco-sostenibile, c'era il commissario Elio Sannicandro); del-l'Aress (innovazione sanitaria, con il direttore Giovanni Gorgoni); il dipartimento Salute (il responsabile Giancarlo Ruscitti). Il progetto si fonda sull'interazione delle tre componenti. «Le strutture sanitarie - ha detto enfaticamente Emiliano - evolvono da luoghi di cura a luoghi in cui prendersi cura. Stiamo facendo una rivoluzione in sanità. Questa rivoluzione deve occuparsi anche del modo di presentarsi delle strutture». La sostanza è semplice, seppure non banale. Si tratta di ridisegnare, dal punto di vista visivo e professionale, i luoghi dell'accoglienza: dai Pronto soccorso ai punti di accettazione. Innanzi tutto si dovrà avere una «immagine coordinata», comune per tutte le strutture (gli ingressi si devono assomigliare tutti); si devono individuare nuove soluzioni per la segnaletica in modo da trovare facilmente la strada da seguire; si deve scegliere anche un particolare font per i caratteri delle scritte perché siano evidenti e riconoscibili); si deve allestire una cartellonistica interna uniforme. Tutto questo è utile, ma non basta. E infatti la principale innovazione consiste forse nel fatto che sarà istituita una nuova figura professionale: il responsabile del coordinamento per l'accoglienza. Il coordinamento, va aggiunto, deve essere composto dal direttore amministrativo di presidio e dai dirigenti di Urp (relazioni pubbliche), qualità, formazione e comunicazione. Insomma, l'accoglienza dovrà diventerà un momento centrale dell'incontro tra utente e struttura sanitaria. «I nostri ospedali - dice Ruscitti - sono organizzati per la degenza. Ma sempre più spesso vengono frequentati per la medicina ambulatoriale e dunque vanno predisposti luoghi appositi per l'attesa». Insomma, va concepita l'accoglienza e la permanenza anche di chi non è propriamente rivolto alle strutture ospedaliere. «L'idea - spiega Gorgoni - era nata per gli ospedali, poi abbiamo notato che si poteva esportarlo ad altre situazioni». Sicché anche le strutture ambulatoriali della cosiddetta medicina territoriale godranno del medesimo trattamento. Il progetto è innovativo: Sannicandro specifica che «non ci sono esperienze simili in Italia e anche all'estero». Tradotto: ci sono ospedali accoglienti, ma non un progetto integrato per l'intero territorio regionale. Emiliano, a margine della presentazione, è tornato a parlare di liste d'attesa. Anche in riferimento al progetto di legge presentato da Fabiano Amati (Pd) che mira a sospendere l'attività privata intramo-enia dei medici, quando le li- ste sono troppo lunghe. «E un errore - dice - colpevolizzare i medici che fanno le visite in-tramoenia, cioè una sorta di libera professione dentro l'ospedale». Che serve «ad abbattere le liste d'attesa». Emiliano chiede, viceversa, un maggiore protagonismo dei Cup. I quali, nel gestire le agende, dovrebbero «sollecitare in maniera forte i medici a dare le prenotazioni secondo l'urgenza richiesta». Amati ribatte: «La mia proposta di legge non colpevolizza i medici ma li rende protagonisti della missione di ridurle. Come chiedono i cittadini e come prescrivono le norme». Francesco Strippoli