La corsa dei 70mila per un futuro da dottore: stavolta 1 su 6 ce la farà

Al via i test per il numero chiuso. Più posti disponibili, ma per Medicina resta l'imbuto specializzazioni.

lunedì 27 agosto 2018

Repubblica

Resiste il fascino del camice bianco, mentre la professione dell'architetto continua a perdere appeal. Oltre 83mila ragazzi si preparano ad affrontare, tra qualche giorno, le prove per accedere ai corsi di laurea a numero chiuso a livello nazionale. Appese al filo di un test si giocano le attese di chi tenta di avvicinarsi alla professione scelta per la vita - e talvolta anche dei genitori. La corsa è soprattutto per Medicina e Odontoiatria, dove dal 2015 il trend dei candidati è in costante crescita. Non siamo ancora ai numeri di 5 anni fa, quando i candidati furono 84.103, ma dopo il crollo nel 2015 a 60.635 la curva degli aspiranti medici è in costante aumento: 66.907 l'anno scorso, un centinaio in più quelli che affronteranno la prova il 4 settembre. Ma da considerare è anche il boom della laurea in inglese: 7.660 iscritti, 639 in più dell'anno scorso. In palio ci sono 679 posti in più, entrerà un candidato ogni sei. In un Paese dove da anni i medici, ordine e sindacati, battono il tasto sulla carenza di camici bianchi - tra dieci anni il 60% dei medici andrà in pensione, il fabbisogno nello stesso periodo di tempo oscilla dai 20 ai 40mila medici di medicina generale e ospedalieri - il miraggio del posto sicuro ha fatto crescere le domande. «Laspetto occupazionale rende attrattiva Medicina - osserva Filippo Anelli, presidente della Federazione nazionale degli ordini dei medici - ma conta anche il fascino che continua ad avere questa professione che incarna i valori della solidarietà e dell'umanità». Il nodo - da conoscere per chi sogna questa strada - sta nella strettoia successiva alla laurea, per la scarsità di posti nelle scuole di specializzazione. Il rapporto è di novemila laureati all'anno contro solo 7.500 borse di specialità. «Abbiamo diecimila laureati parcheggiati: più che aumentare i posti per accedere al corso di laurea, bisognerebbe far crescere le borse nelle specializzazioni», spiega Anelli. Un punto che sarà discusso con la ministra della Salute Giulia Grillo ai primi di settembre. I'Ordine chiederà di allargare la possibilità di finanziare le borse anche alle fondazioni. Il problema opposto ce l'hanno gli architetti. In cinque anni il numero di chi insegue il sogno di fare il mestiere di Massimiliano Fuksas e Renzo Piano è quasi dimezzato: oltre 15mila candidati nel 2013, poco più di l0mila e cento nel 2016, appena 7.986 alla prova del 6 settembre. I candidati possono rilassarsi, o quasi: le domande sono più o meno pari ai posti disponibili (7.211). «Larchitetto è in cerca di una nuova identità, c'è un problema di crisi della professione che conosciamo bene da anni», la lettura di Pier Giorgio Giannelli, presidente dell'Ordine degli architetti di Bologna. Considerando che in Italia gli architetti sono 155mila, un terzo di quelli d'Europa, la preoccupazione dei professionisti del settore non è alta: «Non è detto che il calo di iscritti al test sia necessariamente un male, semmai occorrerà rivedere a fondo i piani di studi e ridurre le facoltà, puntando solo sulle eccellenze», ragiona Giannelli. Anche Veterinaria soffre di un calo: quest'anno ci sono 104 posti in più (759) e i candidati sono 8.136 (erano 8.431 nel 2017). Per tutti saranno 60 i questiti da risolvere in cento minuti. Poi arriveranno le prove per le professioni sanitarie e per chi aspira a entrare nel corso di laurea che sforna insegnanti per scuole materne ed elementari. E in ogni Ateneo altri esami di accesso attendono i neodiplomati, visto il numero crescente di barriere programmate a livello locale. Una corsa a ostacoli, sognando l'alloro