Medicina e Politica: ripartire dal concetto di interesse comune

Rimodulare il rapporto tra medicina e politica, nella corretta applicazione del principio di sussidiarietà.

domenica 15 febbraio 2015

Sussidiarietà, riaccreditamento, valori, risorse. Sono queste le parole attorno alle quali è ruotato l’incontro “Politica e professione” che si è tenuto ieri presso l’Hotel Parco dei Principi di Bari. Si tratta di uno dei seminari organizzati dalla Scuola di Etica Pubblicaistituita dall’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della Provincia di Bari. Hanno preso parte al confronto, oltre al Presidente OMCeO di Bari Filippo Anelli, Tommaso Fiore, Professore di Anestesiologia e Rianimazione presso il Policlinico di Bari, Michele Saccomanno, Senatore della Repubblica e Presidente dell’Associazione Sindacale Chirurghi Ortopedici e Traumatologi Italiani, Silvestro Scotti, Presidente dell’Ordine dei Medici della Provincia di Napoli e Vice Segretario Nazionale Vicario della FIMMG. Dall’incontro è emersa la necessità di rimodulare il rapporto tra medicina e politica, ripartendo dal concetto dell’interesse comune, nella corretta applicazione del pricipio di sussidiarietà.

 

POLITICA E PROFESSIONE

2° seminario della Scuola Etica Pubblica

dell’Ordine dei Medici della Provincia di Bari

 

Bari, 15 febbraio 2015. Sussidiarietà, riaccreditamento, valori, risorse. Sono queste le parole attorno alle quali è ruotato l’incontro “Politica e professione” che si è tenuto ieri presso l’Hotel Parco dei Principi di Bari. Si tratta di uno dei seminari organizzati dalla Scuola di Etica Pubblicaistituita dall’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della Provincia di Bari (Direttore Scientifico: dott. Filippo Anelli) in collaborazione con l’Associazione “Cercasi un fine”, diretta da Don Rocco D’Ambrosio e rivolta agli iscritti dell’Ordine. La Scuola di Etica Pubblica mira a fornire a medici e operatori sanitari gli strumenti per riscoprire il senso etico della professione, in un settore caratterizzato da ampi risvolti di natura pubblica.

In questo secondo incontro (il primo si è tenuto il 17 gennaio scorso) le presenze sono state  numerosissime, a fronte di un parterre di relatori di grande rilievo: Tommaso Fiore, Professore di Anestesiologia e Rianimazione presso il Policlinico di Bari, Michele SaccomannoSenatore della Repubblica e Presidente dell’Associazione Sindacale Chirurghi Ortopedici e Traumatologi Italiani, docente presso la Scuola per Terapisti della Riabilitazione dell’Ospedale regionale “Di Summa” e del corso di laurea in Fisioterapia nella sede distaccata di Brindisi della Facoltà di Medicina di Bari, Silvestro Scotti, Presidente dell’Ordine dei Medici della Provincia di Napoli e Vice Segretario Nazionale Vicario della FIMMG - Federazione Italiana Medici di Medicina Generale – e Filippo Anelli, Presidente dell’Ordine di Bari, il quale ha moderato il dibattito. L’argomento è stato affrontato da punti di vista privilegiati in quanto tanto Michele Saccomanno quanto Tommaso Fiore hanno ricoperto il ruolo di Assessore alla Sanità della Regione Puglia: il primo dal 1995 al 2000; il secondo dal 2009 al 2011.

 

L’argomento è stato introdotto dal Presidente Anelli il quale ha rilevato che “rimodulare il rapporto tra medici e politici è fondamentale. Oggi la gente ha la sensazione che la gestione della sanità da parte della politica serva prioritariamente ad ottenere consensi e l'efficienza del sistema sia un obiettivo dichiarato ma non realmente perseguito. Bisogna invece ripartire dalla condivisione dei valori, dichiarando di voler cercare sempre e comunque il bene comune. Alla politica la professione medica offre le sue specificità, le sue conoscenze tecniche senza le quali non si potrà garantire un servizio sanitario equo ed efficiente. Gli Ordini, nel rispetto del principio di sussidiarietà, devono vigilare sulla professione garantendone eticità e qualità, la politica – dal canto suo – deve invece assumersi la responsabilità di operare le scelte necessarie”.

 

A proposito del ruolo degli Ordini dei Medici, il Presidente Scotti ha sottolineato come “questi enti sono organi ausiliari dello Stato con il compito di contribuire a garantire il diritto alla salute, di cui all’art. 32 della Costituzione, attraverso il governo della professione medica. Invece, la politica oggi, che dovrebbe esercitare il buon governo ad opera di soggetti che hanno ottenuto un consenso elettorale, prova a riversare sui funzionari nuovi compiti e responsabilità al punto di determinare un anomalia di sistema legata ad un aumento a dismisura del loro potere”.

 

Il sen. Saccomanno ha posto, invece, l’accento sulla “scarsa presenza di medici nel mondo politico se paragonato ad altre professioni. Medici che nell’esercizio del loro mandato spesso fanno prevalere gli interessi di carattere politico rispetto a quelli correlati all’esercizio della  loro professione”. Inoltre, nel suo intervento, ha evidenziato le differenze storiche che hanno caratterizzato il rapporto tra la politica e la professione medica dai tempi antichi sino ad oggi, evidenziando come attualmente la professione medica abbia raggiunto un elevato livello di considerazione sociale grazie alle specifiche competenze tecniche acquisite.

Il prof. Fiore ha sottolineato  come “oggi esista un problema nell’allocazione delle risorse”. Fiore si è chiesto: chi decide come debbano essere distribuite le risorse? È necessario, ha affermato, recuperare serenità nel rapporto tra la professione medica e la politica partendo dal patrimonio unico che i medici possono rivendicare: la conoscenza specifica del problema salute. Ciò significa dire che la politica non può decidere per la migliore allocazione delle risorse se non costruendo un modello in cui essa riconosca la professionalità tecnica dei medici e questi ultimi riconoscano nella politica il ruolo di chi alloca le risorse. Questo sistema produce un riaccreditamento reciproco”.

 

 

 

 

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