Lettera aperta di Filippo Anelli sulle liste di attesa al Direttore del Corriere del Mezzogiorno

Gli ordini garantiscono e salvaguardano i diritti dei cittadini, medici compresi

domenica 24 marzo 2019

Caro Direttore, 

la questione delle liste di attesa, anche dopo l’approvazione della legge da parte del Consiglio Regionale, continua a suscitare un interessante dibattito, oltre la solita polemica politica. 

Nell’intervento di ieri sul suo giornale, Pasquale Pellegrino chiama in causa i medici. Non è la prima volta che intervengo su questo tema, ma credo sia utile riaffermare la posizione della Federazione degli Ordini dei medici, tutta tesa a ribadire la tutela dei diritti dei cittadini ed in particolare il diritto alla salute, quale conquista fondamentale della nostra società. 

Abbiamo sempre preso le distanze dalla polemica politica, che in Puglia aveva trasformato il dibattito sulle liste di attesa in sterile scontro, sperando che l’adozione da parte del Ministero delle linee guida - con le quali si imponeva alle regioni l’adozione di un piano per la gestione delle liste d’attesa sulla base dei volumi e delle richieste di prestazioni - potesse sostituire nell’interesse di tutti l’inutile diatriba politica sulla sospensione dell’attività intramoenia da parte dei medici. Sospensione peraltro già abbondantemente prevista per legge sin dal 1999. 

È proprio della nostra cultura considerare il servizio sanitario nazionale come uno strumento straordinario per garantire i diritti dei cittadini ed in particolare il diritto alla salute (art. 1 della Legge 833/78). Per questo, in quanto enti sussidiari dello Stato e rappresentanti della professione, da sempre offriamo il nostro contributo e Mettiamo a disposizione le nostre competenze per affrontare la crisi drammatica del SSR, caratterizzata da una significativa mancanza di personale, soprattutto medico. Senza i medici, senza gli infermieri, senza la presenza di personale adeguatamente formato non è possibile garantire le prestazioni. 

Questo avevamo segnalato e questo continuiamo a denunciare. Non guardiamo il dito al posto della luna: se non si risolverà il problema della carenza dei medici e del personale sanitario non solo non si risolverà il problema delle liste d’attesa, ma si rischierà in pochi anni il default dell’intero sistema sanitario regionale. L’ANAAO, il maggior sindacato dei dirigenti medici, prevede nella nostra regione nei prossimi 8 anni una carenza di oltre 1600 medici dipendenti. Equivale a chiudere i due policlinici pugliesi.

In questo contesto, la nuova legge è apprezzabile, perché offre una risposta ai cittadini che richiedono una prestazione. È il cambio di paradigma del testo approvato che ci ha convinti ad esprimere un parere favorevole: da una parte infatti la nuova legge dovrebbe garantire, in linea con quanto previsto dalle norme ministeriali, le prestazioni ai cittadini sia attraverso il canale ordinario che attraverso l’acquisto di servizi ai cittadini da parte dei diversi attori del SSR - medici in intramoenia, specialisti convenzionati esterni e privato accreditato; dall’altra, si è preso atto che la responsabilità delle liste di attesa non può essere attribuita in via esclusiva ai medici, quanto ad un complesso di fattori tra cui la carenza del personale, il carattere obsoleto delle apparecchiature e modelli organizzativi non adeguati.

Condividiamo le preoccupazioni sull’introduzione di meccanismi economici che prevedano un extra budget ai privati accreditati per l’acquisto di ulteriori prestazioni per far fronte alla liste di attesa. Ma siamo convinti che si tratti di meccanismi che con il Piano Regionale delle liste d’attesa potranno essere sicuramente ricondotti nell’alveo di una corretta gestione. 

Quello che deve comunque restare fine ultimo dell’azione di politica sanitaria è la difesa dei diritti dei cittadini, ivi compresi quelli dei cittadini-medici, che resta l’impegno prioritario del mio mandato e delle Istituzioni che rappresento. 

Filippo Anelli
Preidente Ordine dei medici di Bari e Presidente Fnomceo (Federazione nazionale Ordini dei medici)