Vaccinazioni in farmacia, Anelli scrive a Zingaretti

“Stralcio del provvedimento, per dar modo anche ai medici di essere ascoltati”

venerdì 02 ottobre 2020

“Chiediamo, come Ente pubblico sussidiario dello Stato che rappresenta la professione medica a tutela della salute dei cittadini, di essere ascoltati, prima di rendere operativa un’ordinanza che riteniamo illegittima”.

È netto il disaccordo del Presidente della Federazione degli Ordini dei Medici (FNOMCeO), Filippo Anelli, sull’ordinanza firmata questa mattina dal Presidente delle Regione Lazio, Nicola Zingaretti. A suscitare la contrarietà dei medici, la parte del provvedimento che prevede la somministrazione e inoculazione dei vaccini antinfluenzali nelle farmacie, sentite le loro “organizzazioni maggiormente rappresentative”. Nessun accenno, invece, a interpellare i medici: per questo, Anelli ha preso subito carta e penna, e ha scritto al Presidente Zingaretti e all’Assessore alla Sanità, Alessio D’Amato, per chiedere lo stralcio dei punti contestati e un approfondimento che tenga in considerazione le osservazioni dei medici.

“È inconcepibile che proprio i medici, unici legittimati a porre in essere atti clinici sul paziente, non siano stati interpellati su decisioni che riguardano le competenze della loro professione e la salute stessa dei cittadini. E ciò andando, nel metodo, contro lo spirito della Legge 3/2018, che, rendendo gli Ordini Enti sussidiari dello Stato, affida loro la potestà proprio in questi ambiti – ammonisce -. E ponendosi in contrasto, nel merito, con la normativa vigente in materia, che prevede il divieto di cumulo tra la professione di farmacista e quello di altre professioni sanitarie ed esclude la presenza del medico, unico soggetto legittimato a sovraintendere alle vaccinazioni, in farmacia”.

“E tutto questo per cosa? Saranno al massimo 400 le farmacie che, nel Lazio, potranno essere coinvolte, ammesso che ne abbiano i requisiti, nella somministrazione. Mentre saranno 80 per farmacia le fiale distribuite. Un totale, dunque, di 32000 vaccini, destinati a chi non ha diritto alla somministrazione gratuita: una percentuale minima, che potrebbe tranquillamente continuare ad essere somministrata, come avviene da vent’anni a questa parte, nei 6000 studi dei Medici di Medicina Generale, in ambiente sicuro, attrezzato e protetto in caso di reazioni avverse – continua -. 32000 pazienti che, ricordiamolo, dovranno comunque passare attraverso lo studio medico per ottenere la prescrizione, necessaria all’acquisto del vaccino in farmacia”.

“Chiediamoci dunque se, a fronte di un risultato così esiguo, valga la pena porre in contrasto due Enti dello Stato e mettersi in una condizione di palese violazione delle norme vigenti, che, ricordiamolo, sono scritte con il fine ultimo della tutela della salute del cittadino – conclude Anelli -. Abbiamo quindi inoltrato un’istanza ufficiale al Presidente Zingaretti per chiedere lo stralcio dei punti dell’ordinanza riguardanti le vaccinazioni in farmacia, in modo da poter ascoltare le nostre motivazioni”.