Convenzioni medici, arriva atto di indirizzo. Sisac: il nodo sono le risorse

Il governo deve mettere nero su bianco le risorse nella prossima finanziaria "o salta tutto".

martedì 25 luglio 2017

DOCTOR 33

Se per le farmacie è ancora buio, per la medicina generale la trattativa sulla convenzione registra novità. Proprio mentre il sindacato dei medici Fimmg evoca un autunno caldo, il comitato di settore guidato da Massimo Garavaglia annuncia da parte delle Regioni il nuovo e definitivo atto di indirizzo e la disponibilità a trattare sulle risorse da parte delle Regioni. Garavaglia conferma però che per gli aumenti della dipendenza cui andranno parametrati quelli della convenzione, il governo deve mettere nero su bianco le risorse nella prossima finanziaria "o salta tutto".

Alla Sisac è stato dato pieno mandato per risolvere la parte normativa. E proprio alla Sisac chiediamo se si va verso una svolta in positivo o in negativo.
«Al di là degli annunci di agitazione che datano da prima degli incontri con il Comitato di settore per i medici di medicina generale e della convenzionata credo che l'incontro tra sindacati e il comitato stesso con il presidente Garavaglia, abbia chiarito definitivamente il panorama», afferma il Coordinatore Sisac Vincenzo Pomo. «Questa settimana (oggi ndr) il comitato di settore espliciterà gli ambiti entro i quali a settembre credo possa riprendere concretamente la trattativa».

E gli inviti a riscrivere l'atto di indirizzo lanciati in questi giorni dai sindacati? «I sindacati sanno che nelle questioni di merito c'è sintonia», dice Pomo. «La convenzione non può che essere allineata al piano nazionale cronicità e ai nuovi livelli essenziali di assistenza. Il problema è piuttosto rispondere all'aspettativa legittima dei medici di vedersi riconosciuto un contratto completo sia dal punto di vista normativo sia dal punto di vista economico. E qui nell'ultimo incontro il comitato di settore ha chiarito che le Regioni non hanno problemi ad affrontare il tema degli aumenti retributivi; il rinnovo della dipendenza e quello della medicina convenzionata non possono andare disgiunti. Il Comitato però pone l'accento sulla questione delle risorse, da dove prenderle».

La fonte per le risorse economiche va definita meglio pure per la dipendenza, e il presidente del comitato di settore Garavaglia ha accennato in questi giorni al fatto che alcune regioni a statuto speciale non versano il contributo alla finanza pubblica. Si tratta di 422 milioni quest'anno e circa 600 il prossimo di cui potrebbero giovarsi convenzioni e contratti nel Servizio sanitario nazionale. Il problema sta a Roma e non a caso Fimmg, che pure ha annunciato la mobilitazione verso l'atto di indirizzo insoddisfacente, in settimana incontra il ministro della Salute.
In soldoni quante probabilità ci sono di andare verso un autunno di scioperi e niente trattativa? «La mobilitazione a mio avviso in questo caso è uno strumento di politica sindacale -dice Pomo- che ha lo scopo di mettere pressione alla politica nazionale affinché risolva alcuni nodi, non tanto alle Regioni che hanno dichiarato la loro disponibilità a venire incontro economicamente ai medici. Si apre dunque una pagina di confronto con il governo per reperire le fonti di finanziamento di contratti e convenzioni».

I sindacati dei Mmg chiedono anche di inserire misure per garantire un turnover: in tanti stanno andando in pensione e i giovani sono pochi...«La convenzione è un accordo che non ha competenze in tema di programmazione sanitaria. Ciò detto la Sisac rappresenta le regioni e molte specie al Nord sono in difficoltà per le carenze di medici del territorio. Abbiamo attivato un tavolo di lavoro per capire le dimensioni del fenomeno e siamo in contatto anche con Enpam; serve senso di responsabilità: non è un'emergenza immediata ma va affrontata per tempo per evitare le criticità che si prevedono arrivare da qui a 4-5 anni».
Mauro Miserendino