Mancano 2200 medici 118

Fimmg: nel triennio Mg si ammettano laureati in extranumero

venerdì 02 marzo 2018

Doctor 33

Ammettere un 30% medici in più al corso di medicina generale senza oneri a carico dello stato né delle regioni per sostenere i servizi di emergenza territoriale- 118 sul territorio. E' la proposta di Fimmg Emergenza Territoriale per governo e regioni. Spiega Francesco Marino segretario di settore: «Fra pochissimi anni gli italiani avranno difficoltà a trovare un medico di famiglia; ma in caso d' urgenza mancheranno pure i medici del 118, il servizio di emergenza territoriale ».

I dati Sisac evidenziano come vi siano  3 mila medici convenzionati per l'emergenza territoriale, più altri  750 medici  assunti con contratti di dipendenza o atipici o con partita Iva . Nel contempo, l'Agenzia dei servizi sanitari regionali individua sulla base di parametri univoci  il fabbisogno di mezzi di soccorso avanzato con medico a bordo, e sono 6 mila i medici che servirebbero,  quindi il gap da colmare è di 2200 . «Il gap si allargherà nei prossimi anni -sottolinea Marino- a causa del mancato turn-over dei medici in servizio». 

«Da tempo Fimmg chiede misure -continua Marino-per l'aumento delle ammissioni al corso triennale di formazione in medicina generale. La legge 401 del 2000 consente agli iscritti alle facoltà di medicina entro il 1991 di frequentare il corso in extranumero senza borsa (e senza incompatibilità, ndr). Si tratta di 3 mila ore, mille l'anno, propedeutiche a un impegno nelle convenzioni di assistenza primaria, continuità assistenziale. Per poter lavorare in emergenza occorre frequentare un ulteriore corso di abilitazione .

Marino ricorda come la situazione oggi sia grave , i posti nei corsi di formazione in medicina generale sono insufficienti per coprire le necessità nell'assistenza primaria,  le attuali scuole post-laurea di specializzazione in medicina d'urgenza consentono un numero di contratti limitato, dai 90 del 2010 si è passati a 150-200 - numero insufficiente rispetto al fabbisogno per il tour over dei dipendenti , tenendo conto che chi si forma  lavora in ospedale.  Chi sta sul territorio dopo una certa età inizia a considerare più appetibile il transito in assistenza primaria per il drammatico born out e lo stress lavorativo dei medici che lavorano in emergenza, acuendo la carenza.

«La nostra proposta - continua Marino - consiste nell'offrire un'opportunità professionale qualificante ad alcuni dei medici fin qui esclusi dalla formazione post laurea , che fra qualche anno saranno 35 mila e agganciarli alla medicina generale, inoltre consentirebbe ora di ovviare alla demedicalizzazione del settore emergenza: una volta usciti dal corso di abilitazione all'emergenza -sostenuto prima del corso di formazione specifica in medicina generale - questi medici andrebbero a ricoprire incarichi prima a tempo determinato e poi indeterminato al completamento del CFSMG , al quale verrebbero ammessi in extranumero ( senza borsa di studio ) nella regione che li ha formati.

E permetterebbe un domani di avere ricambi nell'assistenza primaria. Inoltre porremmo fine a fenomeni in corso in regioni in cui sia le Asl direttamente sia attraverso le associazioni di volontariato sfruttano con contratti da pochi euro netti all'ora i medici rimasti fuori dalle specialità e dal CFSMG». Marino ricorda che «nel settore ci sono colleghi inquadrati da oltre 10 anni con contratti a tempo determinato che necessitano  non di sanatorie ma di norme che li stabilizzino. Non si perderebbero cosi professionalità, e potrebbero  continuare ad operare  nel sistema 118 così da assicurare la sostenibilità del sistema. Fimmg emergenza è pronta al confronto con organizzazioni e società scientifiche di settore, per trovare soluzioni sui temi e sui percorsi formativi. Non vogliamo che un settore d'importanza vitale diventi ad esaurimento, sarebbe una sconfitta per il Ssn e per il paese e la perdita di un servizio oltretutto previsto nei livelli essenziali di assistenza».

Mauro Miserendino