Dietro lo scontro con i dottori, il braccio di ferro con la FIMMG

Venerdì in piazza solo il primo sindacato dei medici di base

martedì 07 novembre 2017

La Gazzetta del Mezzogiorno (Scagliarini)

BARI. Il nodo della contesa sono le prescrizioni, con la stretta decisa dalla Regione sui medici di famiglia e lo sblocco dei ricettari elettronici degli specialisti ospedalieri. Ma dietro la protesta della medicina convenzionata che venerdì scenderà in piazza a Bari c'è, soprattutto, un braccio di ferro tra la Fimmg e la Regione, che poi si traduce in uno scontro personale tra il segretario Filippo Anelli e il presidente Michele Emiliano. La questione è esplosa ieri, quando Emiliano e il capo dipartimento Giancarlo Ruscitti hanno convocato i sindacati della professione. Le sigle che rappresentano gli ospedalieri hanno firmato il documento proposto dalla Regione, così come hanno fatto alcuni sindacati minoritari dei medici convenzionati, ad esempio lo Snami. A disertare la riunione è stata solo la Fimmg, che è maggioritaria tra i convenzionati e che da tempo porta avanti una battaglia su due fronti. Anelli è anche il presidente dell'Ordine dei medici di Bari, in questa veste ha scritto una lettera ai colleghi invitandoli alla mobilitazione, e non è un segreto che stia puntando alla guida della Fnomceo, la federazione nazionale degli ordini. Una prova di forza, dunque, con la Fimmg (e l'Ordine di Bari) che accusano Emiliano di un «vero e proprio esproprio di diritti»: ovvero di aver approvato una serie di misure per correggere il pozzo senza fondo delle prescrizioni farmaceutiche, misure che si traducono né più né meno in inviti a seguire le regole Aifa. Questo perché, piaccia o no, i medici di base pugliesi continuano a prescrivere molto più dei loro colleghi del resto d'Italia, se è vero come è vero che nel periodo gennaio-giugno in Puglia le «Ddd» (dosi definite giornaliere) sono cresciute del 3,7% rispetto allo stesso periodo del 2016. E se la spesa è scesa dello 0,2% (cioè è praticamente rimasta identica al 2016), non è tanto per l'effetto delle misure di contenimento della Regione quanto per lo spostamento da griffati a generici di molte delle molecole di più largo consumo: ad ulteriore conferma di questa tesi (che cioè si prescrive esattamente come prima) giunge anche il dato dei ticket versati, praticamente uguale allo scorso anno. Quelle erano le ricette, e quelle sono rimaste. «I medici di famiglia rimangono centrali», ha detto ieri Emiliano che ha ricondotto l'«agitazione» dei medici di famiglia allo sblocco delle prescrizioni da parte dei medici ospedalieri. Una possibilità che esiste in tutta Italia (era rimasta fuori soltanto la Puglia), e che avvantaggia i pazienti perché ora non sarà più necessario ripassare nello studio del medico di base dopo una visita specialistica.

L'altro punto di agitazione riguarda la continuità assistenziale (i medici di guardia), con la richiesta di raddoppiare le presenze  per cautelarsi dalle aggressioni: ma in Puglia la continuità assistenziale serve poco quanto niente, ed in tutta Italia Regione con i si discute su come superarla. La ri- sindacati dei cetta della Regione per la sicurezza è medici: è nell'accorpamento (spostare le guardie mediche in strutture che ospitano altri servizi). Ma anche su questo è in 9 novembre atto uno scontro di potere.