Medicina generale, dopo raddoppio borse slitta test d'ammissione

Scotti: Adesso non perdere tempo !

venerdì 07 settembre 2018

Doctor News

Slitterà la data del test di ammissione al corso di medicina generale 2018-2020, a dopo il 25 settembre. Le regioni sono venute sulle posizioni del Ministero della Salute e dei sindacati e ordini dei medici. Chiudere la porta a nuovi concorrenti e aumentare i posti da ripartire, dopo che il ministero aveva aperto la porta a 860 borse in più per il triennio 2018-2020 da finanziare con 40 milioni di euro, avrebbe provocato recriminazioni e ricorsi. La decisione presa dalla conferenza di suddividere i 40 milioni nella prossima riunione e dar modo a nuovi concorrenti di candidarsi per 2000 posti e non più 1200 trova il plauso della Fimmg, il principale sindacato dei medici di famiglia. «Siamo soddisfatti per la comunicazione delle Regioni che di fatto fa partire la procedura per la riapertura dei bandi per il test per le borse di formazione in medicina generale», dice il segretario nazionale Fimmg Silvestro Scotti commentando la missiva inviata oggi dal presidente Stefano Bonaccini al Ministro della Salute, Giulia Grillo. «Fimmg - afferma Scotti - ha lavorato tutto il mese di agosto su questo problema subito dopo che l'intesa sul Riparto Fsn 2018 aveva deciso per l'aumento di 860 borse. Ci siamo da subito preoccupati di capire come quell'intesa si sarebbe realizzata. È abbastanza chiaro - prosegue il segretario Fimmg - che i Fondi di piano 2018-2020 (da cui sono stati presi i 40 mln per le borse aggiuntive) sono legati ad una triennalità e che quindi le borse avrebbero dovuto essere erogate nell'arco del 2018 e che quindi c'era la questione di come renderle fruibili dato che i bandi regionali erano già chiusi ed era già stata fissata per il 25 settembre la data dei test».

Si scioglie così il dilemma che ha caratterizzato gli ultimi giorni. Con il concorso fissato tra meno di 20 giorni molte regioni erano orientate a lasciare inalterata la data, o comunque ad accettare al test solo i già iscritti entro il 22 luglio, contando sugli scorrimenti nelle graduatorie per allargare il numero di medici da immatricolare. Dietro le quinte, si vociferava della possibilità di un secondo test di ammissione che però per i rappresentanti dei medici avrebbe comportato gravi ritardi e possibili disparità che correvano il rischio di essere impugnate ai Tar. Fra l'altro, chi entra per scorrimento approda al corso in ritardo e rischia di finirlo in ritardo e non più in tempo per accedere le graduatorie, come si è verificato gli anni scorsi. I sindacati e la Federazione degli ordini invece premevano per riaprire il bando di concorso così da fare il test a fine anno, e sulla stessa posizione era attestato lo stesso Ministro della Salute. Già una settimana fa, negli incontri preordinati al Ministero con i rappresentanti dei medici per definire soluzioni di lungo periodo al problema delle carenze, iI presidente Fnomceo Filippo Anelli aveva sottolineato l'opportunità di fissare al più presto una nuova data per il test e dare a nuovi aspiranti la chance di partecipare. La proposta delle Regioni di lasciare lo status quo, è stato ribadito da Anelli, creerebbe scontento, e non solo tra chi non si era iscritto pensando che i posti fossero pochi. Chi a luglio aveva deciso di far domanda in una regione che gli sembrava più "promettente" in fatto di posti, con la nuova ripartizione delle borse aggiuntive avrebbe potuto trovarsi spiazzato, e sostenere di non esser stato messo in grado di scegliere al meglio, magari ricorrendo al Tar. A inizio settimana il segretario Fimmg Silvestro Scotti ha avvertito che in caso di annullamento del concorso ai Tar si rischia di bloccare non solo le 860 nuove borse ma anche le 1200 previste nel bando. Peggio che andar di notte la "terza" alternativa di svolgere un secondo concorso dopo il 25: «significherebbe allungare i tempi e duplicare le spese per le procedure, saremmo noi stessi a chiedere l'attenzione della Corte dei Conti», sottolinea Scotti. Sulla stessa linea Angelo Testa presidente del sindacato Snami: «Occorre formalizzare la riapertura dei bandi regionali con l'incremento dei posti e delle relative borse entro il prossimo 25 settembre, giorno del test d'accesso».

Con il concorso fissato tra meno di 20 giorni molte regioni erano orientate a lasciare inalterata la data, o comunque ad accettare al test solo i già iscritti entro il 22 luglio, contando sugli scorrimenti nelle graduatorie per allargare il numero di medici da immatricolare. Dietro le quinte, si vociferava della possibilità di un secondo test di ammissione che però per i rappresentanti dei medici avrebbe comportato gravi ritardi e possibili disparità che correvano il rischio di essere impugnate ai Tar. Fra l'altro, chi entra per scorrimento approda al corso in ritardo e rischia di finirlo in ritardo e non più in tempo per accedere le graduatorie, come si è verificato gli anni scorsi. I sindacati e la Federazione degli ordini invece premevano per riaprire il bando di concorso così da fare il test a fine anno, e sulla stessa posizione era attestato lo stesso Ministro della Salute. Già una settimana fa, negli incontri preordinati al Ministero con i rappresentanti dei medici per definire soluzioni di lungo periodo al problema delle carenze, iI presidente Fnomceo Filippo Anelli aveva sottolineato l'opportunità di fissare al più presto una nuova data per il test e dare a nuovi aspiranti la chance di partecipare. La proposta delle Regioni di lasciare lo status quo, è stato ribadito da Anelli, creerebbe scontento, e non solo tra chi non si era iscritto pensando che i posti fossero pochi. Chi a luglio aveva deciso di far domanda in una regione che gli sembrava più "promettente" in fatto di posti, con la nuova ripartizione delle borse aggiuntive avrebbe potuto trovarsi spiazzato, e sostenere di non esser stato messo in grado di scegliere al meglio, magari ricorrendo al Tar. A inizio settimana il segretario Fimmg Silvestro Scotti ha avvertito che in caso di annullamento del concorso ai Tar si rischia di bloccare non solo le 860 nuove borse ma anche le 1200 previste nel bando. Peggio che andar di notte la "terza" alternativa di svolgere un secondo concorso dopo il 25: «significherebbe allungare i tempi e duplicare le spese per le procedure, saremmo noi stessi a chiedere l'attenzione della Corte dei Conti», sottolinea Scotti. Sulla stessa linea Angelo Testa presidente del sindacato Snami: «Occorre formalizzare la riapertura dei bandi regionali con l'incremento dei posti e delle relative borse entro il prossimo 25 settembre, giorno del test d'accesso». Un'annotazione per chiudere: una "costola" dei 40 milioni stanziati è dedicata a istituire 58 nuovi contratti nelle scuole di specialità delle branche in cui mancano specialisti. E le regioni sono chiamate a decidere come ripartirle e per quando, visto che il test di ammissione per i futuri ospedalieri si è svolto già a luglio, per una volta prima di quello dei medici del territorio.

Mauro Miserendino