Ferragosto, scatta l'obbligo di polizza per 200 mila medici

Esentati solo i medici ospedalieri dipendenti (ma non per la colpa grave)

giovedì 14 agosto 2014

Adn Kronos:

 Ferragosto salato per i medici italiani. Da venerdì scatta infatti l'obbligo di polizza per oltre 200 mila professionisti, che dovranno avere l'assicurazione per la responsabilità civile, altrimenti riceveranno una sanzione disciplinare. L'obbligo riguarda 50 mila odontoiatri, 45 mila medici di famiglia, 18 mila camici bianchi della guardia medica e continuità assistenziale, 12 mila specialisti ambulatoriali, 7.500 pediatri di libera scelta, 40 mila liberi professionisti e circa 30 mila dipendenti del servizio pubblico, obbligati però alla copertura di una polizza quando svolgono attività extramoenia. L'obbligo di stipulare una polizza vale anche per veterinari, ostetriche e infermieri che lavorano nella sanità privata. A scattare la fotografia su quante e quali categorie di camici bianchi saranno chiamate a rispettare l'obbligo assicurativo professionale è il presidente della Federazione nazionale degli Ordine dei medici (Fnomceo), Amedeo Bianco, che all'Adnkronos Salute precisa: «L'entrata in vigore di questa norma mette in luce le distorsioni del mercato assicurativo, che per alcune categorie è inaccessibile»

Al 'riparò dall'obbligo di polizza RC professionale sono invece i medici dipendenti del Servizio sanitario nazionale, circa 115 mila. I camici bianchi che lavorano in corsia sono stati esentati dall'obbligo da una norma contenuta all'interno del decreto di riforma della Pubblica amministrazione. Il decreto stabilisce infatti che l'obbligo di assicurazione professionale «non si applica ai medici dipendenti pubblici del sistema sanitario nazionale». Camici bianchi esentati, quindi. Ma non le strutture dove lavorano: il decreto prevede l'obbligo per le tutte le aziende del Ssn e per tutte le strutture sanitarie private (accreditate o non) che, a qualunque titolo, forniscono prestazioni sanitarie, «di dotarsi di copertura assicurativa o di altre analoghe misure per responsabilità civile verso terzi (RCT) e per responsabilità civile verso prestatori d'opera (RCO), a tutela dei pazienti e del personale». L'obbligo assicurativo per le strutture sanitarie è certamente un 'ombrello' per i medici, ma fino a un certo punto. «Gli ospedali, le cliniche e tutte le strutture sanitarie – spiega Bianco – non coprono la colpa grave. Quindi tutti i professionisti sono di fatto obbligati a proteggersi da un'eventuale rivalsa in caso di colpa grave»

La buona notizia è che il numero delle denunce contro i medici e le strutture sanitarie è in calo. Secondo i dati emersi dall'ultimo rapporto dell'Ania (Associazione nazionale imprese assicuratrici) sui sinistri nell'area medica, dai 33.700 sinistri registrati nel 2010 si è infatti passati ai 31.200 del 2012: -8%. Un dato, quello del 2012, in linea con quanto registrato lo scorso anno: 31.400. Non un calo vertiginoso, ma assai significativo se si pensa che dal 1994 il numero di questo tipo di sinistri è cresciuto di oltre il 200%. Di certo, l'entrata in vigore della norma peserà non poco sulle tasche dei circa 200 mila medici 'obbligati' ad assicurarsi. I costi delle polizze sono infatti molto alti: circa 12-13 mila euro l'anno che per alcune categorie – ad esempio ginecologi, ortopedici, anestesisti – possono arrivare anche a 25-26 mila. «Gli ultimi dati di mercato – sottolinea Bianco – ci dicono che per un ginecologo che stipula una polizza con un massimale di 1,5 milioni, il costo si aggira intorno ai 14 mila euro l'anno. Ma se il massimale viene portato a 3 mln, il costo della polizza raddoppia»

Il problema non sembra però essere solo quello dei prezzi 'alle stelle' delle polizze, che per i medici più giovani, a inizio carriera, sono pressoché proibitivi. Per il presidente della Fnomceo, infatti, l'entrata in vigore dell'obbligo assicurativo «mette in luce tutta una serie di distorsioni che negli ultimi anni si sono accentuate, come ad esempio l'introduzione di politiche serie di prevenzione e gestione del rischio e la messa a punto di tabelle di riferimento per i risarcimenti». Insomma, secondo Bianco l'entrata in vigore dell'obbligo assicurativo andava accompagnato da «un Dpr che doveva definire criteri uniformi, caratteristiche e condizioni delle polizze e massimali minimi. E soprattutto dall'istituzione di un fondo di solidarietà per aiutare le categorie con rischio più elevato, che in ambito medico sono appunto ginecologi, ortopedici, chirurghi e anestesisti»