Le code infernali nell'ambulatorio della Asi Anche la privacy è calpestata

Viaggio nel centro di prenotazione ASL Bari di Via Omodeo

mercoledì 18 gennaio 2017

REPUBBLICA BARI

I n una stanza di 40 metri quadrati ammassati mamme e bambini. Dentro, mamme con i figli piccoli in attesa delle vaccinazioni e mamme in coda per informazioni e prenotazioni. Gli sportelli funzionano fino alle 11,30, bisogna andarci di persona «perché, puoi morire, ma al telefono non rispondono».

Così, nella stanza di 40 metri quadrati, in un ordinario appartamento di via Omodeo costruito per abitarci non per farne un ambulatorio medico, si contano anche cento persone, tra vagiti di bimbi, mamme che allattano e la coda di gente che invece di snellirsi cresce sempre più con propaggini nel corridoio. Gli sportelli sono due, affiancati: uno per chi ha già un appuntamento e deve ricevere il numerino per la vaccinazione, l'altro per le prenotazioni.

Non c'è un cartello che tenga distinte le due funzioni, così capita di fare la coda da una parte e poi scoprire di doversi spostare dall'altra. In spazi così ristretti e affollati non è tutelata la salute, soprattutto in tempi di influenza galoppante, e men che meno la privacy. Non ci sono strisce gialle come in farmacia o nelle banche a delimitare la linea minima del pudore, bisogna stare addossati l'uno all'altro e ascoltare i dati sensibili di chi ci sta davanti. Entrare nelle vite di chi sta in fila, sapere dove abitano, quanti figli hanno, le loro età.

Mentre dall'altra parte dello sportello la malcapitata prende appunti a penna, senza nemmeno un'agenda, su un foglio A4, suddiviso per date (è aprile la prima data disponibile per il vaccino antimeningite ma non chiedete se è ancora a pagamento perché vi tocca tornare qualche giorno prima dell'appuntamento e fare una nuova fila per svelare l'arcano). In quella stanza di 40 metri quadrati il tempo sembra essersi fermato. Perché non c'è traccia di computer, le impiegate rovistano in vecchi schedari per ricostruire il percorso delle vaccinazioni.

Ogni ricerca dura un'eternità e la fila intanto si allunga. E sempre per rimanere in tema di privacy, ascolti la mamma (e non è un'eccezione) che scopre di non avere fatto una serie di richiami vaccinali al figlio. «Ma non ho ricevuto nessun avviso dalla Asi», prova a lamentarsi ricevendo in risposta uno sguardo di compatimento dalle impiegate e dagli altri in coda. Della serie: nello stato in cui sono gli uffici, pure l'avvertimento pretendi?