La FIMMG scrive ai direttori dei principali quotidiani locali

Notizie relative alle verifiche amministrativo-contabili sulla ASL BA: verificare le informazioni prima della gogna mediatica !

giovedì 31 luglio 2014

                In questi giorni sono apparsi numerosi articoli riguardanti le verifiche in oggetto, nell’esercizio del diritto di cronaca normativamente tutelato. In relazione a tanto, però, la scrivente Organizzazione sindacale non può non ricordare che le notizie riportate dagli organi di stampa hanno un impatto notevolissimo sulla immagine e sul decoro di coloro i quali sono esposti al giudizio del lettore. In particolare, più volte gli articoli hanno riportato espressioni che, fino a prova definitiva della responsabilità di alcuno, rappresentano una sorta di giudizio senza contraddittorio e senza appello, in particolare per i medici di  medicina generale il cui lavoro è fondato sul rapporto di fiducia con l’assistito.

                Per questi motivi, sarebbe opportuno, oltre che eticamente corretto, che le affermazioni contenute nella relazione ministeriale di verifica –che ha originato il tutto- siano verificate dal giornalista e non siano asetticamente riportate senza un preventivo controllo. La scrivente ha chiesto copia della relazione ma ancora non la ha ottenuta. Tuttavia, dalle notizie riportate, pare di cogliere che molte situazioni non sono addebitabili a comportamenti dolosi dei medici di medicina generale, come il lettore potrebbe comprendere leggendo gli articoli.

Ad esempio, quanto riportato circa la partecipazione all'UVM da parte dei medici di medicina generale non corrisponde al vero. Infatti i medici, per contratto regionale hanno diritto al compenso “per la partecipazione all’UVM”. Ma qualcuno è andato a verificare le norme sull’UVM?

È sin troppo facile riportare le conclusioni della relazione che descrive improbabili moltiplicazioni di compensi. Ma dovere del giornalista è anche quello di non fermarsi alla relazione (che è un atto di parte e non la decisione di un giudice imparziale e terzo) e andare a verificare. 

L’UVM, come previsto dal Regolamento Regionale n. 4/07, è una equipe multi professionale in grado di leggere le esigenze di pazienti con bisogni sanitari e sociali complessi. È composta da un coordinatore socio-sanitario nominato dal direttore del distretto, dall’assistente sociale, dal medico di medicina generale, da medici specialisti o altre figure professionali individuate dalla ASL competente. L’UVM “elabora il progetto socio-sanitario personalizzato, che deve essere condiviso con l’utente e con il nucleo familiare e da essi sottoscritto” e può essere modificata con l’individuazione di specialisti di discipline diverse secondo le patologie del singolo paziente (geriatra, psichiatra ecc.). Quindi ogni cittadino ha e deve avere la sua Unità per valutare le sue personali e specifiche esigenze socio-sanitarie. Non sono invenzioni del medico, è scritto nella norma regionale.

Il numero di UVM tenutesi in un singolo giorno non è un capriccio del medico. L’avvio delle procedure per l’erogazione degli assegni di cura in Puglia ha determinato un aumento delle prestazioni richieste dai cittadini e quindi dei casi da sottoporre ad UVM. Ecco perché 5 o 10 casi in un giorno. Ciascun caso ha avuto la sua UVM, spesso con la partecipazione di soggetti diversi oltre al medico.

Ma nessuno ha detto, perché nessuno ha verificato, che, al fine di contenere i costi, i medici nell’anno in corso hanno accettato di ridurre il compenso del 50%, pur continuando ad effettuare le prestazioni alla stessa maniera. Il fatto che nella relazione ciò non sia riportato (o almeno i giornali non lo hanno riportato, si saprà solo quando il testo integrale sarà disponibile), non scusa il giornalista che non faccia i dovuti controlli e metta alla berlina una intera categoria di professionisti tout court.

Analogamente, per quel che riguarda la questione della rimozione dei punti di sutura, riportata in maniera superficiale e semplicistica, vi è da dire che generalmente  si rimuovano tutti i punti della sutura in una sola volta, tranne che nei casi in cui vi sono complicanze che richiedono ripetuti interventi sulla stessa sutura per evitare conseguenze pregiudizievoli al paziente. Anche in questo caso, la generalizzazione del comportamento, così come riportata, è errata e ingenerosa e non risulta che il caso sia stato approfondito nemmeno dalla ASL BA.

                Vi invito quindi ad un comportamento professionale ispirato a canoni di eticità e moderazione, poiché additare i medici al pubblico ludibrio (e meno male che ad oggi non sono stati pubblicati nomi o luoghi precisi), probabilmente attira il lettore ma non serve a salvaguardare la dignità del Servizio Sanitario che va protetto –come i responsabili di eventuali reati vanno puniti- poiché garantisce a chiunque, senza distinzioni, un accesso gratuito alle cure. La sua distruzione gratuita (a cominciare dalla figura del medico) non serve a nessuno, la conoscenza delle dinamiche e il contributo alla correzione di possibili distorsioni del sistema invece servono.

Alla luce di quanto sopra, resta riservata ogni azione, anche risarcitoria, ove se ne dovessero verificare i presupposti.

                Distinti saluti.

Il Segretario Provinciale

Dott. Giovanni sportelli