Moduli fai-da-te e iniezioni "eventuali" i trucchi no vax per eludere la legge

Tra le strategie, le certificazioni "atipiche" per sembrare in regola senza dichiarare il falso

martedì 05 settembre 2017

Repubblica

«Non ci lasciamo rimbambire!», commenta uno degli utenti più attivi sul "Gruppo nazionale per la libertà di scelta in merito di vaccinazioni", creato su Facebook per dare indicazioni ai genitori che fanno resistenza alla legge 119/2017. La strategia è chiara: prima di tutto far accettare i bambini da O a 6 anni non vaccinati negli asili nido e nelle scuole d'infanzia per l'anno scolastico al via, poi prendere tempo, sfruttando ogni cavillo linguistico e burocratico, forti della convinzione (lo scrivono chiaramente) di vedere nella legge tante incongruenze che prima o poi si riuscirà a impugnarla, mettendone in discussione l'intero impianto. Nel mirino dei genitori anti vaccini ora c'è soprattutto la circolare di venerdì scorso, con cui i ministeri dell'Istruzione e della Salute informano le segreterie delle scuole che potranno accettare i bambini sulla base della sola autocertificazione, senza la copia della prenotazione per la vaccinazione. «Nell'autocertificazione non dichiarate il falso, rischiate una denuncia penale», ammoniscono senza lesinare punti esclamativi i più esperti in materia legale e poiché l'importante è fare gruppo, agire, agli avvertimenti seguono indicazioni pratiche. Sulla pagina del Comilva (Coordinamento del movimento italiano per la libertà dalle vaccinazioni) si suggerisce nei dettagli come fare una prenotazione «tattica e senza ammissioni della vaccinazione» alla Asi. Il Coordinamento mette perciò a disposizione moduli da copiare inserendo i dati personali, utili per mettersi al riparo da false dichiarazioni perché si autocertifica «di aver presentato formale richiesta di appuntamento per l'eventuale esecuzione delle vaccinazioni previste», e in quell'eventuale si fonda gran parte della logica anti vaccinista. La domanda per l'appuntamento è essenziale, poi, come viene suggerito, «si può rinviare», in un gioco di esasperazione burocratica teso a intorbidire le acque. Il tutto sempre consigliato quasi con candore: «Provateci, anche loro si confonderanno». In questo aiutano i documenti ufficiali sulle posizioni prese dalle singole Regioni, postati e da utilizzare come grimaldello per mostrare la «confusione creatasi a riguardo della nuova e improvvisa legge 119/2017» «lanciata per decreto e approvata in un mese e mezzo. D'estate. In Italia». Nei post che commentano moduli e indicazioni si legge la voglia di ribellarsi, di dare uno schiaffo a chi decide. Sul sito del Cornilva, l'approfondimento intitolato "Caso particolare della fascia da O a 6 anni" ha un inizio esemplare: «Ogni genitore, a questo punto del percorso, deve poter scegliere le proprie modalità di comportamento di fronte a questa norma», come a dire che anche se esiste una legge si può essere liberi di infischiarsene. I commenti ai post sono i più disparati, specchio di una comunità variegata in cui si mescolano attivisti impegnati a invitare al rispetto delle opinioni altrui e urlatori arrabbiati. I primi precisano di non essere «divisi in vaccinatori e antivaccinatori», ma di rappresentare «genitori e cittadini che operano nel pieno rispetto delle scelte personali o genitoriali»; i secondi inveiscono a lettere rigorosamente maiuscole soprattutto contro l'odiato propugnatore di vaccinazioni dottor Burioni, la ministra Lorenzin e i sindaci del Movimento SStelle, rei di non partire lancia in resta contro lo strapotere di Big Pharma. Sono moltissimi i post per pubblicizzare gli incontri no-vax in ogni città, scorrendo i quali stupisce vedere le ramificazioni del movimento, capace di riunirsi nelle sale parrocchiali, in quelle di fondazioni culturali o nelle sedi di associazioni disparate, in cui prevalgono quelle a orientamento naturista. "Come muoversi" è la parola che chiama a raccolta sulle locandine, tra i relatori soprattutto attivisti, in qualche caso "dottori" di non specificata specializzazione. Si rilanciano video, si chiede d'incontrare «chi ha partecipato al meeting di Firenze e ha figli neonati», s'ironizza sui vaccinisti. Il post dell'associazione
Io Vaccino, che invita a immunizzarsi in gravidanza contro la pertosse, è rilanciato sulla pagina del "Gruppo nazionale per la libertà di scelta in merito di vaccinazioni" con il commento ironico «Iniettati con fiducia formaldeide, alluminio, mercurio, Dna estraneo e metalli pesanti vari!!! Che fanno benissimo a te e soprattutto al feto, è chiaro ... » seguito da un concentrato di credo no vax: «Follia di neurodeliri di Stato», «Più che io vaccino sembra io pecorino». I moderatori del gruppo, gli stessi che invitavano alla calma, si limitano a un pudico «cacca».