Le Asl pugliesi bocciate su farmaci e screening

Nessuna Asl pugliese ha completato nei tempi il progetto di miglioramento degli screening, né è riuscita a controllare la spesa farmaceutica

martedì 06 dicembre 2016

LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO

Il migliore è il numero uno della Asl di Taranto, Stefano Rossi, il peggiore l'ex dg della Asl di Foggia, Attilio Manfrini. Ma nonostante formalmente ci sia un solo «bocciato», cioè l'ingegnere che fino a dicembre 2015 ha guidato l'azienda sanitaria dauna, le pagelle dei direttori generali pugliesi mostrano più ombre che luci. Ieri la Regione ha pubblicato la delibera che assegna il premio di risultato per il 2015 ai direttori generali. Si parte dalla retribuzione base di lllmila euro lordi (la più bassa d'Italia) per erogare un bonus massimo del 20 %. I dg delle Asl avevano 14 obiettivi (8 per quelli delle aziende sanitarie, che non hanno da gestire il «territorio»), e per incassare il premio devono raggiungerne almeno 8 (5 per Policlinico e Riuniti). E dunque: il dg di Taranto, Stefano Rossi, ne ha centrati 10 su 14, seguito da Giovanni Gorgoni a Lecce con 9, e da tutti gli altri dg (Giuseppe Pasqualone di Brindisi, Vito Montanaro di Bari, Ottavio Narracci della Bat) che si fermano al numero minimo. Manfrini, invece, ne aveva centrati soltanto 5. Per le aziende sanitarie, Dattoli e Antonio Pedota (Riuniti di Foggia) hanno centrato 5 obiettivi, ma il meccanismo di ripartizione (che si basa su una media aritmetica dei valori percentuali di ogni singolo obiettivo) fa sì che il dg del Policlinico di Bari porti a casa la cifra maggiore (il 14,1%), un soffio più del coUega (il 14,03%). Il riparto del premio di risultato però non fornisce una rappresentazione esaustiva dell'operato dei manager. Non si può fare a meno di notare, infatti, che nessuno degli 8 direttori generali sono riusciti a raggiungere i due obiettivi più importante per i conti del sistema sanitario, ovvero il contenimento della spesa farmaceutica e il monitoraggio della spesa per la protesica, né quello più evidente per i cittadini, ovvero l'avvio della tessera sanitaria elettronica. Nessun direttore generale, poi, nel 2015 ha implementato il sistema di controllo dell'intra-moenia dei medici e il tariffario aziendale, aspetti su cui le inchieste giudiziarie hanno fatto emergere nel tempo numerose criticità. Ancora. Soltanto Brindisi e la Bat hanno completato nel 2015 l'avvio del registro tumori, mentre solo Bari e Taranto hanno parzialmente realizzato il contenimento della spesa per gli incarichi dirigenziali. Va male, molto male, sugli screening, un tema che vede la Puglia molto indietro anche nella classifica dei Lea (i livelli essenziali di assistenza): Bari, Barletta, Taranto, Brindisi e Lecce hanno solo parzialmente raggiunto l'obiettivo fissato dalla vecchia giunta Vendola sul fronte della prevenzione. Infine, solo Barletta, Taranto, Foggia e Lecce hanno parzialmente implementato i nuovi meccanismi di controUo per la sicurezza alimentare, sui quali le Asl di Bari e Brindisi erano in forte ritardo. Va sottolineato che quest'anno le valutazioni dei dg sono state predisposte dal segretario generale della presidenza della giunta, Roberto Venneri, e non dal dipartimento Salute: questo perché Gorgoni, passato in Regione, avrebbe dovuto giudicare se stesso.