Torna la fiducia: cosa insegna al Paese la vicenda dei vaccini

Mancano gli esami batteriologici, ma, stando alle dichiarazioni di Luca Pani, direttore dell'Aifa, dovremmo essere ottimisti

martedì 02 dicembre 2014

Le invocazioni alla rapidità e alla trasparenza sembrano quindi aver trovato una risposta adeguata. Per un Paese ormai in crisi costante non solo di nervi ma anche, e soprattutto, di fiducia in se stesso, una vicenda, allarmante e tragica in partenza potrebbe trovare addirittura un risvolto positivo. 
Rimangono però due spunti di riflessione. Il primo riguarda il sistema delle segnalazioni degli eventi avversi.

Se risultasse vero che alcune Regioni si sono mosse in ritardo in questo senso andrebbe capito perché, al netto degli inevitabili palleggi di responsabilità. II commento I troppi rischi della diffidenza che ci spinge a non proteggerci Se invece emergesse, al contrario, come sembra ipotizzabile alla luce dell'esito degli esami tossicologici, che ci siano stati errori di valutazione nello stabilire la correlazione fra vaccino antinfluenzale e decessi, diventerebbe opportuna una discussione sul sistema di farmacovigilanza (quello che è chiamato a «vegliare» sui potenziali effetti nocivi dei farmaci una volta immessi I mali sconfitti Se malattie terribili come il vaiolo non sono più tra noi lo dobbiamo ai vaccini sul mercato, e quindi anche dei vaccini).

 L'ossatura di questo sistema si regge su un gran numero di singoli medici e, in generale, ha dato prove di efficienza e attendibilità. Se l'assoluzione dei vaccini sarà confermata, il caso in questione potrebbe però suggerire un'analisi dell'adeguatezza al ruolo almeno di alcuni fra i suoi attori. Il secondo spunto di riflessione riguarda invece tutti noi e interpella la nostra razionalità e il nostro senso di responsabilità civile. È ovvio, umano e del tutto comprensibile che dopo notizie come quelle dei giorni scorsi si possa essere restii a vaccinarsi contro l'influenza quest'anno.

Ma ormai molti studi indicano che questa prassi riduce in modo significativo la mortalità fra i soggetti più deboli (gli anziani, i cardiopatici, i malati cronici eccetera). Quindi, se sarà confermata l'assenza di qualsiasi relazione di causa-effetto fra i decessi segnalati e il vaccino antinfluenzale, bisognerà fare appello alla nostra razionalità e farla prevalere sull'emotività. Invocazione che va formulata, ancora di più, ancora una volta, soprattutto per le vaccinazioni, in generale, dei bambini, n rischio maggiore della diffidenza verso i vaccini è sempre lì.

 Non ci si può stancare di ripeterlo: se malattie terribili come la poliomielite, la difterite o il vaiolo non circolano più fra noi, lo dobbiamo alla costante copertura vaccinale di massa protratta nel tempo. Non vaccinarsi e non vaccinare mette a rischio se stessi e gli altri. Si può discutere all'infinito su isolati casi dubbi, sfortunati, anche tragici. Ma il portato complessivo delle vaccinazioni per la salute generale è un beneficio indiscutibile. Luigi Ripamonti