Anelli: “Gestione cronicità permetterà di sbloccare liste d’attesa”

Cabina di regia del piano nazionale cronicità

sabato 27 gennaio 2018

Medici, infermieri, cittadini, società scientifiche, istituzioni: la Cabina di regia del Piano nazionale cronicità – che si è insediata pochi giorni fa con il compito di coordinare a livello centrale l’implementazione del Piano e monitorarne l’applicazione e l’efficacia – comprende i principali stakeholders della gestione dei malati e delle malattie croniche.
Per la Fnomceo, la Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici, sono stati nominati Guido Marinoni e Gianluigi Spata.
“Nei lavori del tavolo porteremo l’esperienza maturata sul campo dai professionisti, elemento essenziale da integrarsi con l’analisi dei flussi di dati, con gli indicatori, e con gli altri aspetti programmatici – commenta Guido Marinoni -. Porteremo all’attenzione del tavolo quanto espresso dalle sperimentazioni già realizzate e chiederemo che le future progettualità tengano conto delle nuove questioni legate al ricambio generazionale. Perché va bene parlare di presa in carico del paziente, di gestione della cronicità, di assistenza su territorio: ma non dimentichiamo mai che non si può fare la medicina – e la buona sanità – senza i medici”.
“Sempre come Fnomceo – aggiunge Gianluigi Spata – abbiamo evidenziato la necessità di prevedere anche percorsi strutturati di prevenzione primaria e secondaria delle principali patologie che sono correlate o sono esse stesse causa di aumento della cronicità. Altro elemento importante è l’integrazione e il coordinamento con le altre professioni sanitarie”.
“Una corretta gestione della cronicità – conclude Filippo Anelli, presidente Fnomceo – potrebbe essere uno strumento chiave per consentirci di risolvere o quantomeno di alleviare il problema delle liste d’attesa. La programmazione degli esami necessari per tenere sotto controllo le malattie croniche, infatti, e l’affidamento degli esami stessi al territorio consentirebbe di liberare gli ambulatori e laboratori degli ospedali, destinandoli alle urgenze e alle malattie acute”.