La nostra professionalità è stata profondamente lesa Emiliano deve ascoltarci

Filippo Anelli, segretario regionale del sindacato Fimmg: «Questo è il giorno dell'orgoglio medico pugliese»

sabato 11 novembre 2017

Nuovo Quotidiano Puglia (BR)

Filippo Anelli, segretario regionale del sindacato Fimmg (medici di famiglia) e uno dei principali organizzatori del corteo dei medici che, ieri mattina, ha sfilato per Bari per protestare contro alcune scelte in materia sanitaria del governo Emiliano. Perché la giornata dell'orgoglio? «Perché per la prima volta siamo tutti compatti - medici ospedalieri, di famiglia, del territorio, del settore pubblico e privato - per gridare il nostro disagio, che è ormai un disagio profondo perché sentiamo che la nostra professionalità è stata lesa, bistrattata da scelte che hanno solamente un fondamento econo-micistico. Una situazione che si ripercuote sui medici ma soprattutto sui nostri cittadini». Una giornata che, però, ha rischiato anche di essere strumentalizzata politicamente. «Il rischio di strumentalizzazione, purtroppo, c'è sempre in Italia perché il dibattito politico irrompe in tutti i campi, non solo in quelle sanitario. Noi ringraziamo chi ha espresso sostegno e solidarietà, però questa non è una manifestazione politica, non vestiamo alcuna casacca politica e non c'erano bandiere di partiti nel corteo. Abbiamo solamente gridato il disagio della classe medica pugliese, un disagio insostenibi- le». Quali sono le motivazioni della protesta? «Uno dei punti centrali della vertenza è la sicurezza. In Puglia si registra il maggior numero di aggressioni ai medici, ancora oggi le nostre colleghe sono costrette a lavorare in sedi insicure, isolate. Penso alla guardie mediche che per non correre rischi devono farsi scortare e accompagnare da qualcuno o pagarsi addirittura un servizio di sicurezza. Questo in un Paese civile non è ammissibile». Anche sulle prescrizioni dei farmaci c'è scontro: il giro di vite per ridurre la spesa farmaceutica non l'avete digerito. «Il problema che poniamo è uno: oggi, le cure ai pugliesi le decide un computer attraverso un algoritmo e sulla base del costo del medicinale. Non è accettabile, il medico sa cosa prescrivere perché è il medico che visita il suo paziente e si assume la responsabilità della diagnosi e della cura. Le eccessive disposizioni emanate, invece, seguono solo una logica del risparmio. In questa maniera riducono il livello di autonomia del medico che ha fatto un giuramento sul codice deontologico. Codice che prevede che l'assistenza e le scelte del medico non debbano essere condizionate da nulla, nemmeno da quelle che sono disposizioni di carattere economicistico. Sempre sui farmaci: dal 20 febbraio scor- so è stata avviata la distribuzione diretta dei medicinali alla dimissione ospedaliera, eppure il sistema continua a non funzionare nonostante le decine di circolari dei funzionari regionah Risultato: continuiamo a sprecare milioni di euro per un'evidente disorganizzazione e la responsabilità, però, vogliono farla ricadere sui medici». Capitolo organici, i medici sono sempre meno, sia negli ospedali che sul territorio. Ma se non si risparmia sulla spesa farmaceutica la Regione Puglia non può assumere, lo chiede il Mef. Come se ne esce? «I medici sono sempre meno, è un dato di fatto, e lavorano con carichi insostenibili, con computer obsoleti e software inadeguati che tolgono tempo alla cura e all'assistenza. Rispetto all'Emila Romagna, ad esempio, che ha la nostra stessa popolazione, abbiamo 15mila addetti in meno, 1800 posti letto in meno e un miliardo in meno da poter spendere. Noi siamo i primi a voler eliminare gli sprechi, ma non si può governare la sanità solo con le carte e le circolari, occorre coinvolgere gli operatori perché loro rappresentano il vissuto reale». Avete fiducia ancora in Emiliano? «Certo, lui è il nostro presidente, crediamo in lui e vogliamo poter confrontarci con lui. Gli chiediamo, quindi, di interloquire direttamen- te con la classe medica. Oggi è a Bonn per discutere del processo di decarbonizzazione dell'Uva, bene. Noi siamo con lui in questa battaglia, crediamo sia una cosa assolu- tamente importante per la nostra regione perché l'Uva rappresenta uno dei problemi sanitari e ambientali più importanti. Lo aspettiamo al suo rientro: con lui vogliamo ra- gionare su come conciliare la difficoltà di un definanziamento costante della sanità con il livello di erogazione dell'assistenza»a